Sovraffollamento delle Carceri: l’Italia maglia nera d’Europa
Sempre maggiore è il sovraffollamento delle carceri, da più parti, ed a gran voce infatti si parla di rivisitazione del sistema carcerario, in quanto l’
attuale oltre a non garantire , canoni di vita dignitosa ai reclusi, si avvale pochissimo di misure alternative, atte anche a dare una speranza,d’
integrazione, ed a pena espiata la pena , ai futuri “ uomini liberi “ Un Dramma poi quando le donne , finiscono in carcere, sempre più spesso con i loro figli, a cui indirettamente magari ancora in fasce, fanno espiare le loro colpe, ci si trova davvero in un’altra dimensione, difficile da descrivere quasi quanto da sopportare, fatta di muri ingrigiti, porte di metallo, sbarre e rumori di grosse e pesanti chiavi ambienti inumani ed agghiaccianti per un adulto, figuriamoci per un bambino.
Spesso consapevoli di aver commesso errori, come altrettanto spesso, coscienti, di tanto dolore, le detenute vengono colpite da una giustizia che oltretutto condanna donne, madri, mogli e figlie al semi isolamento dagli affetti primari, e con i quale spesso diventa difficile mantenere legami.
Donne divise dai figli, che vengono affidati alla famiglia o peggio a strutture sociali, Donne che faticano ad ottenere colloqui con i loro congiunti per assurdi problemi burocratici, Madri che per vedere le figlie detenute sono assogettate ai veri riti sgradevoli, le “ perquisizioni totali ” a cui vengono sottoposte , prima del colloquio, l’unica loro colpa, è avere una figlia in carcere.
Arrivi a non reagire alle quotidiane, e subdole umiliazioni che il carcere infligge, tutto è difficile, ed Il più delle volte le detenute rimangono silenti, vittime impotenti, che preferiscono il silenzio alle conseguenze, talvolta molto pesanti, che un piccolo accenno a reazione anche solo verbale può portare , la detenuta autolimita il diritto a dire ciò che pensa, specie se fuori ha dei figli, e non può rischiare di allontanare il momento di incontrarli.
Troppo poco, “ noi uomini liberi “ pensiamo a queste tristi realtà, preferiamo girarci e non guardare, tra l’altro poi, siamo abituati ad avere l’immagine dell’uomo in cella, ma in carcere ci sono anche tante donne, e spesso con i loro figli ed è soprattutto per loro che dobbiamo lottare , affinchè possano essere realizzate nuove leggi, e creati nuovi progetti per restituire dignità ai reclusi, ed opportune possibilità di reintegrazione sociale e lavorativa quando espiata la pena a loro verrà restituita la “ libertà “.
a cura di Marco Bocchino