Ero sdraiata sull’erba

ero straiata su lerba 1 Ho cominciato ad osservare il cielo. Era chiaro, nitido. Rifletteva nei miei occhi, nelle mie pupille.. Ed i colori che si fondevano tra loro creavano sfumature uniche, ma a rovinare quel piccolo istante di magia fu una nuvola di un colore indefinito, ma così scuro da farti venire la pelle d’oca. Iniziò ad avvicinarsi. Così la scrutai in ogni suo piccolo ed insignificante particolare. Una nuvola dalle mille sfumature di grigio tra le mille altre bianche. Pian piano incominciò ad ingrandirsi. Ma io così affascinata, rimasi inerme. Lì, immobile. La prima goccia cadde sul mio viso, inaspettata.. La seconda mentre cadeva, la osservai ed era piccola, senza forma. Ma quando cadde fece quel rumore.. Quel rumore che sento, ormai spesso, dentro le mura della mia stanza. La pioggia sono le lacrime che il cielo rilascia dopo quello scontro di sentimenti contraddittori. Quello scontro tra il cielo sereno e le paturnie di un temporale. I suoi tuoni, sono Le urla che emana. I suoi lampi, sono quegli scarabocchi e frasi insensate buttate su un pezzo di carta bianca, destinata a perdersi. La gente corre, corre per non bagnarsi. Ma io ancora li, sdraiata.. Osservo il susseguirsi di eventi. Di trasformazioni. È come una lotta interiore, tranne per il fatto che in questo caso ero la spettatrice. E dopo quel breve sfogo.. Intravedo tra le nuvole uno spiraglio di luce. Che instante dopo istante si fa più chiaro, più forte. Ed ecco di nuovo l’azzurro, ecco di nuovo il sole.     Ero seduta su quella panchina, avete presente, quel tipo di panchina fatta esclusivamente in legno, mischiata a residui di muschio, creatosi nel tempo che al tatto pare velluto, quello che si posa anche sulla corteccia di un albero che si mischia all’incisioni di lettere incise da due innamorati, ero seduta lì a pensare, come spesso mi capita, mi fermo e penso, i raggi del sole illuminano il mio viso, illuminano i granelli di polvere che leggeri volano e si fanno trascinare dal vento, per un attimo tutto ha un senso, e per l’attimo dopo quel senso di sicurezza svanisce, ti rendi conto che non stai pensando a nulla, ti sei semplicemente persa tra quei mille pensieri che sovrastano la tua mente, che giorno dopo giorno prendono forma, fino a quando anche quelli perdono il loro senso e si posano in quella parte della testa che tendi a reprimere solo per paura di fallire.

 

Sono in macchina e guardo davanti a me. donna in auto 1 Vedo solo una lunga strada, senza fine, marcata da una linea discontinua. Che stia partendo o tornando non ha importanza. Solo io conosco la mia destinazione. Solo io so quanto tempo impiegherò a raggiungerla. Ma il tempo è relativo. Mi metto comoda, aggiusto il sedile e schiaccio sull’acceleratore. Accenno un piccolo sorriso. Un sorriso che si fa sempre più marcato tra un cambio e l’altro. Siamo io e la mia musica. Io che canto a squarciagola tentando di oscurare così i pensieri che cercano di salire a galla. Così come i ricordi, le preoccupazioni e una serie di cose che in questo istante vorrei reprimere o addirittura cancellare… Scuoto la testa e torno a guardare dritto di fronte a me. Ed è una sensazione strana. È come se stessi allontanando il passato e quello davanti a me fosse solo l’inizio del mio futuro. Solo quando ne avrò voglia basterà fare retromarcia, solo quando avrò nostalgia del mio passato, delle persone che lo hanno composto o semplicemente per ricordarmi chi ero e cosa sono pronta ad essere ora.

 

Basta ti prego.

basta ti prego 1 Smettila di battere per lui. Non ne vale la pena. Non ti merita. Stai continuando a sanguinare. Ti stai procurando delle ferite che non guariscono. Non guariranno mai. Perché più vai avanti, più diventano profonde. Ti fai del male. Sono come dei tagli. Tagli che ti fai sulla pelle, tagli che lasciano cicatrici. Perché questo dolore non è solo interiore, ma si diffonde ed espande ovunque. Percorre ogni centimetro del mio corpo. E quando arriva alla fine, riparte come se fosse la prima volta. Ed io, io risento tutto. Perciò smettila. Smettila di accelerare quando si avvicina e mi sfiora. Smettila di fermarti quando mi bacia. Smettila di rallentare quando se ne va. Puoi scegliere. Non credere a ciò che dice la gente. Tu puoi scegliere chi amare. Per chi soffrire. Ma soprattuto quando smettere di sentire ogni cosa. Inizia a fare la cosa giusta. Inizia a pensare con la testa. Inizia a pensare a te stesso. Fai ciò che è meglio per te.

A cura di Gaia Vecchione