Magic in the Moonlight
Arriva nelle sale italiane “Magic in the Moonlight”, l’ultimo film, a lungo atteso dai fan, del regista Woody Allen, ormai settantanovenne. L’autore capace di entusiasmare e inebetire migliaia di spettatori con le sue trame rocambolesche e il suo sottile senso di humour – come testimonia il grande successo di pellicole divenute cult nel mondo del cinema come “Io & Annie” (1977) e “Manhattan” (1979) – fa ancora parlare di sé.
Eppure non interviene in prima persona nel film – come accadeva spesso in passato – ma affida la sua voce a Colin Firth, vincitore dell’Oscar nel 2011 come migliore attore non protagonista in “Il discorso del re”.
Sud della Francia, 1928. Colin Firth è Stanley Crawford, altrimenti noto come Wei Ling Soo, nome d’arte di cui si serve nei suoi spettacoli di magia. Conoscitore di ogni forma di illusione e cinico per natura, non si lascia facilmente abbindolare. Per lui la vita si basa su dei principi razionali facilmente comprensibili a rigor di logica. Tuttavia, l’incontro con Sophie Baker (l’attrice Emma Stone), una giovane sensitiva, sembra stravolgere quelle convinzioni acquisite da anni e aprire nuovi spiragli. Riuscirà Stanley a smascherare l’affascinante imbrogliona?
“Il mondo può anche essere del tutto privo di scopo, ma non del tutto privo di magia”, afferma uno dei personaggi del film. Ed è questa magia ad attirare Stanley e lo spettatore, insieme allo scenario mozzafiato della Provenza. Commedia romantica e piacevole, trascina lo spettatore in quel turbinio di emozioni irrazionali da cui è sempre facile lasciarsi prendere, senza dover per forza cedere di fronte agli inganni. Tuttavia, pur ritrovando nel film alcuni motivi ricorrenti della vasta produzione di Allen – il ricorso alla magia, l’illusione come suggestione necessaria per rendere piacevole la vita, la totale mancanza di risposte assolute, l’inutilità della religione – la pellicola scorre in maniera prevedibile e con una sceneggiatura alquanto scialba – in genere, elemento predominante nei suoi film. Basterà il romanticismo a farci innamorare del suo ultimo film?
A cura di Mariaconcetta Pentangelo