Mimmo Vastano – Autore di Se Stesso
Undici pannelli, ventidue opere, un live show, questi i numeri di “Autore di se stesso”, la personale di Mimmo Vastano a cura di Massimo Sgroi, in mostra presso il Belvedere di San Leucio fino al 22 maggio. Un viaggio nell’arte di un uomo che è già opera d’arte, perché quando si visita “Autore di se stesso” bisogna farlo con la consapevolezza che le creazioni sono solo l’espressione di Mimmo Vastano, perché è Mimmo Vastano l’unico vero protagonista, il “capolavoro”! In ogni tratto, in ogni sfumatura cromatica ottenuta con chissà quale innovativa tecnica da lui brevettata c’è la sua firma, la sua cifra stilistica, il suo essere artista dentro, il suo sentire ciò che sta facendo. In un mondo di factory d’ogni genere, dove “si è” solo se “si produce” e se la produzione genera “profitto”, ecco, Mimmo è la contraddizione per antonomasia, sebbene le sue altissime quotazioni lo rendano un artista di grande prestigio, ogni lavoro è avulso dalla logica di mercato, è estraneo al mondo lercio del consumismo, lui vede l’arte dove la gente comune vede banalità e normalità, lui produce arte quando la gente comune pensa solo a consumare, lui è arte perché vive la vita come se fosse l’unica opera d’arte che valga la pena “possedere”. «I miei lavori sono oltre -afferma Vastano-, sono la ricerca di portare su tela/carta, ciò che ho dentro in quel momento, sono fotografie in pittura». Bandana vagamente animalier, vestito scuro con camicia in tono che fa molto gentleman, stringate lucide estremamente chic e una raffinata e curatissima barba formano la mise del vernissage, evento artistico, mondano, ma soprattutto sciolto, disinvolto, easy, perché “Vastanò”, come lo chiamano i parigini, è sempre se stesso in ogni momento, non soffre di deliri d’onnipotenza, né di manie o smanie da primadonna, e nemmeno d’ipocondria da genio assoluto, è un uomo normale che vive la sua vita in modo straordinario. Tutto per lui è più inteso, più amplificato, più colorato, vivo, brillante, estremo. Ha una natura sensibile e per questo percepisce prima e meglio le cose, e grazie a questa sensibilità le restituisce con estrema semplicità, come solo i grandi sanno fare e come con lucidissimo talento ha messo in evidenza Massimo Sgroi: «i lavori di Mimmo sono solo il gesto ultimo di un vivere che è essenza stessa dell’arte; Mimmo è un capolavoro, un artista la cui vita, le cui esperienze, la cui maturità portano alla produzione di lavori unici, dal Fluxus degli artisti tedeschi della Mulheimer Freiheit al contemporaneo, dal punk alle fascinazioni estetiche degli happening e delle performances fino alla cultura tecnoelettronica del terzo millennio, Vastano è un nomade della sua arte, che, come Beuys, racconta del mito e delle paure ancestrali dell’uomo cercando di confortare se stesso prima ancora che gli altri». Una mostra che è sintesi di una vita e di tutto ciò che ha portato Vastano ad essere ciò che è. Pagine nere con parole bianche accolgono le immagini di una vita e le opere in mostra nell’elegante catalogo Segni Edizioni, così come la Filanda dei Cipressi ospita le sue esplosioni cromatiche, con cuori, bocche, vulcani e scritte-monito. Mirabili, avvincenti, coinvolgenti.
Rosaria Morra