Mio e Mai di Anna Cappelli
Ingoia la sala in un vortice ossessivo Maria Paiato nella sua Anna Cappelli, in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli fino al 20 novembre. A tratti un fumetto ironico di una borghesia consumata dall’ipocrisia, dissociata tra essere e dover essere, è’ l’interpretazione in prima nazionale dell’ultimo testo di Annibale Ruccello. Una valigia, che la regia di Pierpaolo Sepe sceglie come simbolo del monologo, porta la protagonista a scarnarsi di fronte ad un pubblico che sorride dei deliri di possesso della femminilità. I pensieri -delle cose mie che siano solo mie- tremano in tutti i muscoli di chi guarda e chi interpreta mani e occhi di una donna stanca di stare nell’angolo. Avida di cose da toccare, come l’anello vistoso di Tonino e i mobili della casa di dodici stanze, il monologo, rappresenta i paradossi di ciò che è barattabile per la conquista dell’affermazione sociale, perché Anna, desidera essere, una signora, come tutte. Ma molti segni, dalla grande scritta sul fondale di Francesco Ghisu, ai costumi e al trucco di Gianluca Falaschi e Vincenzo Cucchiara, tradiscono la fame. Lo spazio vuoto, riempito solo dall’immaginazione non le apparterrà mai. Mio e Mai assonano dalle profondità vocali dell’ultima scena con cui la bravissima Maria Paiato dice senza dire.
Anita Laudando