MODA INVERNO 2014: COSA SARÀ NECESSARIO AVERE NELL’ARMADIO?
L’inverno è alle porte ed ora dovremo fare i conti con il nostro guardaroba, capire quali capi tenere e quali invece manderemo momentaneamente in pensione, magari per trasformarsi in un futuro vintage, e far spazio agli accessori di ultima tendenza.
Occhi aperti! Che gli stilisti siano esseri onnivori e terribilmente voraci, non è una novità. Prontissimi a introiettare paesaggi, animali, viaggi, libri, film per farne abiti sempre nuovi, non esitano un secondo a cercare stimoli ovunque, nelle correnti artistiche d’avaguardia in primis. La cosa curiosa è che anche nel prêt-à-porter sembrano esistere movimenti e flussi che ad ogni stagione attraversano collezioni che non avrebbero molto in comune, ma finiscono per suggerire la tendenza del momento. Ebbene, è successo ancora: nel guardaroba d’autunno la forza cosmica della creatività si è infatti impossessata della sofisticata iconografia delSurrealismo per disseminare le passerelle di occhi metafisici, nuvole simboliche, bocche di spiazzante sensualità. Il messaggio più eclatante viene da Carol Lem e Humberto Leon, la coppia di losangelini d’origine asiatica che ha assunto la direzione creativa della griffe Kenzo, scommettendo non tanto sulla propria formazione sartoriale ma su un abile fiuto market-fashionista (sono loro gli artefici di Opening Ceremony, formula innovativa di retail partita da Manhattan e approdata worldwide). Ben “connessi” con i desideri dei next consumer, hanno voluto l’electro popstar M.I.A che ha curato il soundtrack di sfilata (cliccare per udire: Matangi Mixtape) e Delfina Delettrez con cui hanno instaurato una collaborazione stilistica, ispirata alle sue creazioni più acclamate: anelli a forma di labbra e mega orecchini a forma di occhio, perché «il corpo per me è uno strumento di esplorazione e la creazione dei miei gioelli assomiglia a un processo del subconscio», dichiara la giovane designer, quarta generazione Fendi.
Risultato, un florilegio di bagliori dorati e occhi spalancati su felpe e bomber Kenzo, «segnali scaramantici e propiziatori per difendersi da eventuali interferenze di spiriti maligni», dicono Lim e Leon. Cappe e cappotti gonfi come nuvole grigie sono il personale omaggio a René Magritte (l’artista belga, esponente di punta del Surrealismo, avrà al MoMA di New York una retrospettiva che si inaugura a fine settembre) del giovane e già molto idolatrato Alexander Wang, coscienzioso creativo del nuovo corso di Balenciaga. Mentre un tocco di pop-surrealismo ha contagiato anche la leggiadra sfilata di Christian Dior, in cui, sotto la cupola di Les Invalides, un ispirato Raf Simons ha giocato con abiti sottili come sculture di Giacometti (di cui Monsieur Dior in persona fu gallerista, prima di diventare un mostro sacro della moda), impreziositi con stampe e ricami che riprendono i visi femminili e le scarpe disegnate da Andy Wharol negli anni Cinquanta: un compendio d’arte contemporanea per fashionisti dal palato raffinato. L’indagine dell’inconscio e l’emotività senza filtri sembrano valere anche nell’amarcord stilistico di Riccardo Tisci, che per Givenchy ha rielaborato i suoi capi icona in una sfilata psicorisolutiva, tra note grunge e stampe Bambi. Intanto, segnatevi questo nome: Iris van Herpen, con l’ultima collezione haute couture Beyond Wildness, ha oltrepassato la frontiera tra semplice abito e opera d’arte, disegnando sculture in stoffa che liberano intricate radici nello spazio; dagli esordi, infatti, l’eclettica olandese corteggiata da Bjork e Lady Gaga rivendica la libertà di interagire con scultori, designer, architetti per creare “atti unici” di bellezza e non solo puri rivestimenti per il corpo.
a cura di Monica Ferraiulo