Mumbai
Un giro negli studi di Bollywood e una visita allo slum più grande dell’Asia: la metropoli indiana è tutta da esplorare, ma per chi ama questo genere di cose, servono molte energie anche per la vita notturna.
Le strade dell’India non sono mai semplici ed è veramente difficile chiudere gli occhi, anche se si scelgono alberghi di lusso. La prima tentazione e domanda che sorge spontanea è: elemosina, sì o no? La rete di mendicanti a Mumbai è capillare e spietata: ai bambini – lo documentano ong di ogni Paese – vengono storpiati gli arti perché facciano più pena. Evitare la carità è l’indicazione generale per non alimentare le gang degli orrori. Purtroppo non si tratta di una realtà facile, bisogna premunirsi di grande spirito di adattamento d essere pronti a guardare realmente la sofferenza negli occhi, perché l’India è anche e soprattutto questo. Ma offre anche spettacoli da una cultura completamente diversa dalla nostra e ricca di insegnamenti, se si è pronti a coglierli.
A causa dell’inquinamento e delle correnti, è meglio stare alla larga dal mare di Mumbai, tuffarsi in queste acque non è certo un’esperienza piacevole.
Attenzione ai tassisti, tendono ad evitare il tassametro, ma è esigerlo è un diritto.
Il Taj Mahal ha riaperto a metà agosto. Dopo l’assalto terroristico del novembre 2008, questo tempio dell’ospitalità è tornato ad essere il ritrovo del principale della città. Le camere sono un punto d’incontro fra tecnologia e tradizione. Dal bar all’ultimo piano, straordinaria vista sull’Apollo Bunder e sul Gateway of India.
Di sicuro non è Los Angeles, ma Bollywood, la capitale scintillante dei film a produzione indiana. Gli studios indiani, spettacolari, sono meno semplici da visitare di quelli americani. Rivolgersi, per chi è interessato, ad un tour operator specializzato: il migliore è Special Holidays Travel, info su www.bollywoodtourpackage.com
Il padre di Ruyard Kipling ha scolpito i bassorilievi e la fontana che ornano Crawford Market, una visita non culturale ma di appassionati di shopping alimentare e no: frutta, verdura, pesce, carne e animali vivi, ma da compagnia. Non troppo lontano da qui, i bazar Kalbadevi, dove c’è veramente di tutto.
Per gli appassionati di lettura, può essere interessante conoscere la città o il posto in cui si è diretti leggendo prima qualcosa che la descriva attentamente. E’ questo il caso delle oltre mille pagine di Shatran, epopea contemporanea che sta per diventare film, scritta da Gregory David Roberts, che svela una Mumbai affascinante e, a tratti, commovente.
Victoria Terminus è uno dei luoghi di speranza per chi nella vita è sempre in cerca di fortuna, ma è anche una delle stazioni più affascinanti, inaugurata nel 1887, in stile neogotico, rappresenta sculture di pavoni, scimmie e leoni, un continuo flusso di gente da e per ogni luogo dell’India.
La casa dove Gandhi soggiornava nelle sue visite a Bombey (così si chiamava la città fino al 1995) è diventata un piccolo ed interessante museo, una finestra sul privato con alcune curiosità politiche, come le lettere scritte dal Mahatma a Hitler. Chiude alle 17.30.
L’aperitivo è d’obbligo al Fashion bar di Marzaban Road, uno dei ritrovi più alla moda della città, frequentato dai giovani della Mumbai elegante. Aperto alle 19, ingresso a pagamento e riservato alle coppie: qualche eccezione viene fatta per i viaggiatori che superano la selezione all’entrata. I frutti di mare del Trishna, ristorante straordinario, serviti all’indiana con un’aggiunta di salsa al curry e cocco, oppure al naturale. Bisogna prenotare, però, con qualche anticipo. Ottimo per i granchi è anche l’Apoorva, che è fra i pochi a servire la Bombey Duck: non è anatra ma una ricetta a base di pesciolini lasciati seccare al sole e poi cucinati. Il Leopold Cafè è il locale mito di residenti e viaggiatori, una piazza di incontri che abbatte frontiere e confini di ogni tipo. Intorno ad una birra gelata si incrociano centinaia di storie e di racconti. Attenzione però: sempre più frequentato da turisti e sempre meno da indiani. Con prezzi in perenne ascesa e qualità in diminuzione, ma almeno una birra va bevuta qui.
Le vacche sacre stupiscono ancora chi arriva dall’Occidente. C’è un luogo, il tempio di Madhvbaug, dove si ritrovano e si lasciano accarezzare e nutrire.
Dharavi, lo slum più grande di tutta l’Asia, si trova qui. Ci vive circa un milione di persone e qui sono state realizzate alcune riprese del film The Millionaire. Visita faticosa, da fare con una guida, ma questa è l’India.
Il tramonto è spettacolare sul grande teatro di Chowpatty Beach, quando la sera cala ed è il momento del menu offerto alle bancarelle: il miglior bhelpuri della città (tagliolini fritti, riso soffiato, verdure speziate e peperoncini) può fare da cena o da aperitivo. Volendo ci sono anche i gelati, ma a rischio dissenteria. Nel tramonto di Chowpatty c’è l’india vera, quella che affascina o respinge: gente che mangia, fedeli in preghiera, massaggiatori della testa, innamorati, bambini che giocano a palla, chi piange, chi emndica, chi dorme. Il mondo in una spiaggia.
Notti animate si prospettano per gli appassionati, in una delle città più vivaci dell’India. Le celebrity preferiscono ritrovarsi nelle discoteche degli alberghi, l’Enigma del Marriot e il Rock Bottom del Ramee Guetsline, dove va spesso l’attore Amitabh Bachchan, vero divo indiano. E ancora, Abyss e, per i più giovani, il Polly Esther’s. Con la riapertura del Taj Mahal, tornano anche le notti dell’Insomnia.
Roberta Morano