Napoli che combini? Solo 0 –0 ad Udine e la Juve si allontana
Mancano due rigori agli azzurri, ma è mancato soprattutto il carattere.
Hamsik in ombra, Cavani a secco da quattro gare e Venerdì c’è Napoli- Juve!
E’ stata una gara spenta, vuota, senza fuochi d’artificio,senza esultanze,senza colpi di scena. Uno 0-0 amaro che allontana il Napoli ulteriormente dalla Juventus capolista. Potremmo parlare delle due occasioni capitate ad Hamsik completamente solo davanti a Padelli, oppure potremmo parlare dei due rigori che sicuramente c’erano e che l’arbitro Damato di Barletta non ha fischiato. Potremmo anche rammaricarci per le due occasioni capitate a Cavani a due metri dalla porta, ma ad onor del vero bisogna dire che ad inizio partita ha clamorosamente lisciato il pallone, mentre la seconda palla buona servita da Armero è stata mandata a lato di due metri con la porta spalancata. Errori clamorosi e conclusioni molli in attacco, condite dai tanti appoggi sbagliati e giocate flemmatiche a centrocampo.
Potremmo parlare del singolo episodio o delle occasioni sprecate, magari facendo appello alla sfortuna, ma mancheremmo di centrare la questione principale. Il punto è che questa squadra manca di personalità, almeno per quanto riguarda le partite decisive. Troppo spesso è capitato di non cogliere la vittoria quando c’è tanta pressione, quando bisogna rispondere da grande squadra.
Una regola non scritta per cui quando c’è da fare risultato a tutti i costi, il Napoli sistematicamente fallisce.
Come oggi ad Udine, dove il vero Napoli non è pervenuto.
E’ mancata la zampata del campione, è mancata la voglia di vincere, il cuore enorme che tanto aveva impressionato nei campionati precedenti; neanche gli ex hanno dato quel valore in più che si aspettava Mazzarri. Inler sostituito, Armero invece in campo fino al 90’ ma più per non demoralizzarlo che per meriti effettivi.
Nessun elemento della panchina ha cambiato le sorti del match. Neanche i ripetuti cambi di modulo: 3-5-2 , 3-4-3-, 4-2-1-3. Mazzarri li ha messi in campo in tutti i modi, in lungo e in largo senza cavare un ragno dal buco. Prestazione incolore che non ha giustificazioni. Quando tutta Italia si aspettava un Napoli a valanga , determinato ad arrivare allo scontro diretto a -4 , ecco che spunta il solito Napoli impaurito e impreciso, senza mordente che in 90 minuti non la butta dentro mezza volta.
Fa parte del progetto di crescita sbagliare qualche partita, è vero, ma qui siamo
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ormai già grandetti: 8 anni di nuovo Napoli da quando De Laurentiis è divenuto presidente. 8 anni per arrivare oggi meritatamente secondi in classifica, ai vertici del calcio italiano.
Ma l’obiettivo , inutile nascondersi, è davanti al naso. Manca poco Napoli, pochissimo per le porte del paradiso… la gloria e gli onori a soli 6 punti.
Ora lo scontro diretto con la Juventus, tra soli 4 giorni tra le mura amiche del San Paolo.
E’ l’ultimo appello, l’ultima chiamata!
Se gli azzurri saranno sconfitti sarà -9. In caso di vittoria invece solo -3.
Venerdì sera il Big Match, uno spartiacque decisivo, e finalmente sapremo se questo Napoli vuol diventare grande o rimanere sempre piccolo e impaurito, affetto da una singolare sindrome di Peter Pan.
A cura di Andrea Calvello