Nel puteolano emerge “Terroni-Trattoria Napoletana”
L’accogliente locale dove la cucina classica napoletana torna a vivere per i buongustai Terronia, terra di mare e di alberi rigogliosi del sud; terroni coloro che ci abitano e che irriverentemente erano e sono chiamati così per una supposta inferiorità che nasce dall’attaccamento alla propria terra, e alla subordinazione di concepire un mondo diverso anche se il proprio, alla fine, risulta il più bello, ricco di natura e orizzonti incantevoli. Un appellativo dispregiativo, quindi, dato dagli abitanti dell’Italia settentrionale a quelli dell’Italia meridionale. Dopo tanto dire e tanto fare, molti oggi lo devono considerare un vanto, ovvero «siamo fieri di essere terroni, orgogliosi di essere figli di questa terra, così speciale e così unica. E allora chiamateci terroni». Lo affermano Antonio Salzano e Francesco Lucarelli (insieme nella foto), amici da tanti anni, con una passione in comune: «simm ’e bona furchetta», ovvero dei mangioni buongustai tradotto dal linguaggio terrone a quello nazionale. Dopo anni d’esperienza nel settore, essi hanno deciso di aprire un locale rappresentativo del concetto, abile ad esprimere completamente il legame con questa terra soprattutto dal punto di vista culinario. Così è nato “Terroni-Trattoria Napoletana”, un luogo dove ritrovare gli odori e i sapori delle domeniche a casa della nonna, un luogo dove sentirsi a casa: «Quindi benvenuti a casa e… m’arraccumann faciteve ’a scarpetta», ovvero non dimenticatevi di raccogliere con il pane tutto ciò che resta in un piatto prelibato che solo il sud può offrire, in barba a chi ritiene che sia un atteggiamento scomposto, e di conseguenza non ne possono godere. A Marco De Vita e alla sua agenzia è affidato il settore comunicativo del locale: “Mercoledì 12 ottobre 2022 si è tenuta l’inaugurazione, con 200 persone circa, tra amici e parenti”. Il locale si trova a Pozzuoli in via Carlo Rosini 47-49-51, e il menu è classico: esempi sono la trippa, la lardiate, il ragù, pasta e patate con provola, la carne al ragù, il coniglio all’ischitana, “A purpetta ’ra nonna”.