Nisida: l’Isola dimenticata
Nisida è un’isola e nessuno lo sa! Così cantava Edoardo Bennato negli anni 80’. Nisida è l’isola in città, a portata di mano, territorialmente legata al quartiere di Bagnoli, a pochi passi da Napoli città. Lontana da ogni circuito turistico e mediatico, la si trova sul lato destro, lungo la strada che conduce al promontorio più famoso al mondo, quello di Posillipo. Una lingua di sabbia e scogli la separa dal circuito stradale, affollata prevalentemente nella stagione estiva, anche per la presenza di improvvisati lidi balneari, nonostante i ripetuti divieti alla balneazione. Meravigliosa l’insenatura sul versante sud-orientale di Porto Paone, sul quale vigila da secoli la fortificazione-castello della potente famiglia napoletana dei Macedonio, duchi di Grottolella, proprietari dell’isola a partire dal xv. sec. Ma Nisida è nel firmamento della letteratura di ogni tempo, è l’isola delle congiure della Roma imperiale, quella di Bruto che insieme a Cassio ordirono nella loro villa la congiura contro Cesare, quella di Lucullo, “gourmet” ante-litteram e grande organizzatore di feste nella sua villa. Ma un interrogativo è d’obbligo! Perchè le isole ispirano prigioni? Ogni Re e governi ne hanno costruita qualcuna, come Nisida che dal 1934 ospita l’istituto penale minorile, che la resa inaccessibile all’uomo per ovvi motivi di sicurezza. Perché l’uomo riesce in maniera così crudele a creare un connubio devastante tra bellezza e sofferenza? Chissà quanti di quei ragazzi durante le notti hanno sognato di volare nell’azzurro di quel cielo e di correre tra quegli alberi. Riuscirà un giorno “l’humanitas pensiero” ad abbattere l’analfabetismo dei sentimenti”? Nisida, oltre la poesia e la bellezza di ogni tempo. Nisida è un’isola e nessuno lo sa!
A cura di Cutolo Salvatore