Oggi, il pensiero di Napoli per Antonio Sorrentino
A cura di Teresa Lucianelli
22 anni fa, scompariva stroncato dalla malattia, il poliedrico artista partenopeo, ancora nei ricordi di tanti napoletani. “‘Nu pensiero”, la famosa canzone che lui portò al successo e che lo fece conoscere al grande pubblico, poi ripresa da tanti altri
Gli artisti e il popolo di Napoli oggi ricordano Antonio Sorrentino, lo scugnizzo elegante, ottimo attore e cantante.
Nato nel 1960 a Forcella, travagliato quartiere popolare nel centro di Napoli, Antonio scompare 22 anni fa, a soli 38 anni: il 23 novembre del 1998.
Ancora bambino, a sette anni, il suo debutto sul palcoscenico, nella compagnia di Nino Taranto, Rosalia e Beniamino Maggio. Col nome di Toni Rock, si esibisce nelle canzoni di Wess e di Massimo Ranieri. Adolescente, è al Teatro Duemila, “casa” di Mario Merola e dei fratelli Maggio, in tre spettacoli giornalieri.
Nel ‘75, a 15 anni, entra in Conservatorio, dove studia chitarra e danza. Non passa molto tempo ed è già protagonista di una compagnia di musica popolare e va in tournée in Spagna, Africa, Argentina, Canada e Germania.
Nel 1986, “Nu Pensiero” : col suo primo LP, diventa famoso, e viene ospitato in numerose trasmissioni: così viene apprezzato ampiamente dal pubblico televisivo.
Nel 1989, il suo secondo lavoro discografico, ma è l’anno successivo (1990) che conosce la grande Pupella Maggio e lei lo dirige in ‘Na tazz’ e cafè, mentre nel 1991 lo presenta al Festival di Todi. Applauditissimo nello spettacolo “Gilda Mignonette – un’emigrante di lusso” e pure in alcune opere di Viviani, diretto da Roberto De Simone, di cui diventa pupillo e poco dopo protagonista in “Dedicato a Maria” e “L’opera dei centosedici”.
Per la Rai, in “Masaniello”; in “Novecento Napoletano” e tanti altri riusciti spettacoli.
Nel 1993, presenta al Politeama “25”, dedicato a Gilda Mignonette, indimenticabile primadonna della canzone partenopea.
Al Teatro San Carlo di Napoli nel 1996, in “Filomena Marturano”, versione ideata e diretta da Beppe Menegatti, del capolavoro di Eduardo De Filippo, con Carla Fracci protagonista.
In tantissimi spettacoli, lavora con altri grandi artisti, come Roberto Murolo e Peppino Di Capri.
Riceve moltissimi premi alla carriera.
È nel cast del celebre musical di Claudio Mattone, “Scugnizzi”, poco prima che il male lo aggredisca inesorabilmente.
“Quanno cantave tu, tutt’era overo e vierno addeventava primmavvera”: con le parole che sembrano parte di una poesia, incise sulla sua lapide, lo ha ricorda Napoli in questi 22 anni, e continua a ricordarlo con i suoi figli. Fra i tanti: Giacomo Rizzo, Gianfranco Gallo, Gigi D’Alessio, Antonio Sasso, Lucia Cassini, Francesca Marini, Valentina Stella, Federico Vacalebre, Arnaldo Delehaje, Claudio Niola, Andrea Noto, Monica Sarnelli, Angelo Iannelli, Mario Maglione, Gennaro De Crescenzo, Lello Giulivo, Gianni Lamagna, Giuseppe Gambi, Antonella D’Agostino, Lino Zaccaria, Paola Fiorentino, Angelo Di Gennaro, Anna Spinuso, Bruno Lanza, Gianni Minuti, Domenico Varrriale, Maria Pia Lombardo, Antonio Acocella, Annamaria Colasanto, Sally Monetti ed Eddy Monetti, Andrea Sannino, Pino De Maio, Serena Albano, Patrizia Spinosi, Rodolfo Fiorillo.
Resta unica e indimenticabile, la sua interpretazione di “Nu pensiero” – testo di Rino Giglio e musica di Peppe Vessicchio – che proprio Antonio incise per primo. Una canzone toccante, dal testo intenso e sofferto, che comunque tuttora rimane a lui legata, anche se tanti altri cantanti l’hanno ripresa successivamente.
Dalla sua prematura scomparsa, la sorella Raffaella continua a organizzare serate e incontri a lui dedicati, per diffondere la conoscenza del poliedrico impegno artistico di Antonio anche tra i giovani che non lo hanno conosciuto.
Capace di passare con versatilità eccellente dalla recitazione alla canzone, dalle tammurriate al teatro: ha portato sulla scena un repertorio ampio e variegato, rappresentativo di secoli.
Il suo immenso amore per Napoli, la musica e tutte le altre espressioni dell’Arte, erano alla base della sua vita e lo sono rimaste sino alla fine.
Antonio Sorrentino, valente e poliedrico artista di rara sensibilità, continua a vivere nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto, apprezzato, amato. E oggi lo ricordano maggiormente. Iniziando dalla famiglia, dagli amici e, con loro, il popolo della sua Napoli.