Oman
Il Sultanato dell’Oman è la terra affascinante di oro, incenso e mirra. Ma anche del “quarto vuoto”, come lo chiamano i beduini: Rub al-khali è la più vasta distesa di sabbia del mondo. Spaventa. Oppure affascina.
Potente spettacolo della natura, Masirah è l’isola (chiamata anche Turtle Beach) dove ogni anno arrivano più di 30 mila tartarughe per deporre le uova. Ci sono anche approdi meno frequenti: Ras al-Jinz, il preferito dalla tartaruga verde in via di estinzione, e Ras al-Hadd. Entrambi sono vicino a Sur. Grandi emozioni.
Marco Polo passò di qui e fu affascinato dalla Città di Corallo, Qalhat, fondata 1.300 anni prima. Di quel tempo è rimasta soltanto la tomba di Bibi Miriam.
Un eco-resort sulle montagne rosse, a 1.400 metri di altezza. E’ il campo tendato The View, a Nizwa, vicino al deserto, nei pressi di Al Hamra: 15 tende arredate in grande stile, di cui 7 dotate di una terrazza che offre una visita a picco sulla vallata. Info: www.theviewoman.com.
I fiordi d’Arabia sono le scogliere selvagge dell’Oman, intorno allo stretto di Hormuz, fra delfini e cormorani. Siamo nella penisola di Musandam, e il Six Senses Zighy Bay è un luogo fuori dal tempo: solo romantiche ville indipendenti, con piscina e giardino privato. Sontuosa Spa. Info: www.sixsenses.com/SixSensesZighyBay/.
Le isole Damanayat sono il paradiso per chi fa snorkeling: si nuota fra tartarughe, pesci angelo e pesci pappagallo.
Per uno shopping carico di emozioni, il khanjar è il tipico pugnale scolpito in argento e avorio.
Il profumo più caro del mondo è l’omanita Amouage, creato dal celebre nez français Guy Robert con più di 100 essenze tra cui il famoso incenso del Dhofar. Al Sabco Centre, Qum Commercial District di Muscat.
Inaugurata a metà ottobre con la Turandot prodotta da Franco Zeffirelli, la Royal Opera House di Muscat è la prima nella regione. Info: www.rohmuscat.org.om.
Muscat è tra le capitali più piccole del mondo, appena 3 chilometri quadrati: nessun edificio è più alto della torre del Muezzin, nessun tetto inclinato, sabbia e bianco sono i colori dominanti. Come da tradizione araba. Affascinante.
Il suq di Mutrah è ricchissimo, un labirinto ricoperto da foglie di palma. Bellissimi, anche se difficili da portare a casa, gli antichi mandu, i cassettoni da dote.
E’ tipico, ma portato a casa finisce generalmente nel cassetto. Il kumma, cappello ricamato per signora, è un inno all’inutilità. Nei suq si trovano anche sveglie a forma di mosche o cammelli con la gobba che si illumina. Lasciarli lì.
Espressioni di sorpresa o rapide successioni di foto se si incontrano le donne di Sinaw, la porta d’accesso al Wahiba Sands, la zona dei laghi di sale. Il loro viso è coperto da un velo di mussola leggera e da una maschera che lascia scoperti soltanto gli occhi. Rispetto, a casa loro usano così.
Lo squalo essiccato è uno dei componenti della ricetta che ha reso famoso il Bin Atique, ristorante di Muscat. Il piatto si chiama haris, e la preparazione tipica prevede grano al vapore, carne bollita, squalo essiccato con succo di limone, peperoncino e cipolle. Impegnativo.
Il Trader’s Vic dell’International è famoso per l’atmosfera rilassata, gli arredi polinesiani, i cocktail: provate l’Honi Honi (rum scuro giamaicano, brandy e succo di limone) o il Samon Fogcutter (rum, brandy e gin).
Muscat non è città di grande vita notturna. Ci sono le discoteche dei grandi alberghi: il Majan Continental, in particolare. Il Rock Bottom Café, aperto fino alle 3, per ballare la salsa. Molti stranieri all’Al-Ghazal Bar.
Roberta Morano