Orgoglio Napoli, vittoria scaccia-crisi a Siena!

85 minuti soporiferi, poi la scossa. Il gol di Maggio è la luce alla fine del tunnel!
Si affrontano le due squadre forse più in crisi del momento. Il Siena reduce da tre sconfitte in campionato ed una, CALCIO 1seppure ai rigori e con grande sfortuna, in Coppa Italia con la Lazio. Il Napoli invece da due in campionato a cui vanno sommate una di Europa League ed una, la più scottante, in Coppa Italia con il Bologna.

Proprio per questo le due squadre nel primo tempo sono il fantasma di se stesse. Scendono in campo timirose e per tutti i primi 45′ prevale la paura. L’unica occasione pericolosa, se così si può chiamare, è del Napoli. Insigne lascia partire un tiro a giro dal limite dell’aria che finisce di poco a lato. L’unico vero sussulto al quale può aggiungersi una tentata sceneggiata del Siena in aria di rigore, ma per fortuna De Marco vede bene e non abbocca. Il secondo tempo la musica non cambia e persino il tifoso più accanito può essere rimasto insolitamente calmo. I ritmi molto blandi del match lasciano la possibilità di andare altrove con i pensieri. C’è tutto il tempo di ripensare ai regali da fare per il 24 e di ripassare la lista della spesa per le festività.

CALCIO 3E’ brutto dirlo, ma non ci si è mai annoiati tanto quest’anno nel vedere una partita del Napoli. Tante imprecisioni nei pessaggi, tanti retropassaggi a De Sanctis che è quasi più cercato di Donadel a centrocampo.

In pochi minuti Mazzarri è costretto a rivoluzionare la squadra. Al 68′ Pandev in campo al posto di Gamberini, poi Mesto ed El Kaddouri per dare più spinta e fantasia in mezzo al campo.

Con 4 attaccanti e due soli difensori di ruolo arriva finalmente quel pressing e quell’aggressività per provarla a vincere.
Al minuto 86, quando le speranze erano ormai appese ad un filo, Maggio su assist di Hamsik si inserisce in area e buca Pegolo. Un gol speciale con un’esultanza diversa. un’esultanza di cuore con un urlo liberatorio, poi una corsa folle verso Mazzarri per andarlo ad abbracciare.

Dai tempi della Sampdoria ad oggi, sempre insieme, contro tutte le difficoltà, difendendosi sempre, anche nei momenti peggiori. Ci pensa uno dei suoi figliocci a salvare Mazzarri ed il Napoli da un pareggio grigio e demoralizzante.

Passano 4′ ed il Napoli chiude la pratica. Calcio di rigore procurato da Pandev, trasformato magistralmente da Cavani. Uno-due micidiale dei partenopei che ribaltano la pessima figura maturata nei primi 85 minuti.

Questo è il calcio.

CALCIO 4Questo è il cuore di cui si parla tanto e che, per la verità, a questa squadra non è mai mancato.Come hanno giustamente detto Hamsik e De Sanctis nel dopo partita: ” E’ mancato un pizzico di fortuna, quella si, ma mai l’impegno e la voglia di vincere. La maglia l’abbiamo sempre sudata ed onorata”.

Certamente non è mancato l’impegno.

Sono mancati però gli uomini giusti.
Quelli che Bigon è intenzionato a prendere per completare la rosa.

Si sta trattando Raul Bobadilla, in forza allo Joung boys per un prestito con diritto di riscatto a circa 4,5 milioni di euro. Un vice Cavani di buon livello con esperienze anche in coppe europee.

CALCIO 2Per la difesa Neto, difensore portoghese proprio del Siena, anche se le ultime indiscrezioni vogliono Rolando del Porto molto vicino al Napoli.

Di sicuro per il nome del difensore c’è più fermento, vista la squalifica di Cannavaro e Grava.

Non solo: Fernandez è apparso davvero fuori forma mercoledì contro il Bologna, non in grado di sostituire il capitano, ed il futuro di Campagnaro è ancora incerto. Aronica poi è già con un piede e mezzo al Palermo, alla corte di Zamparini.

E’ tempo di bilanci. E’ tempo di agire.

La squadra e l’allenatore hanno raccolto risultati strepitosi anche quest’anno, al di là delle reali possibilità.

E’ il momento che anche la società e il Ds Bigon facciano quel salto di qualità, quello sforzo in più per regalare una rosa più competitiva per il 2013.

Il credo è sempre quello: dare il 101% per questa maglia e per questa città, senza riserve e senza farsi troppi conti.

Una filosofia vincente di cui bisogna dare l’esempio a partire dai vertici.

a cura di Andrea Calvello