“OSCAR WILDE, IL PROCESSO” UN IMPERDIBILE RITORNO
Tratto dagli Atti processuali originali editi da Ubulibri , a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio, “Oscar Wilde, il processo” ritorna con un’esclusiva. Il progetto meticolosamente curato dall’autore, attore e regista Roberto Azzurro, varcherà l’ingresso di un tribunale vero. Oscar Wilde e l’avvocato Carson, su di un velo sottile di accuse, opinioni e “insensatezze” , giungeranno a Napoli il 4 Gennaio 2013 alle 17.30 nella Saletta detta del Tronetto o della Regina , in Castel Capuano. Un interrogatorio vero e proprio, quello che riproporranno nella suggestiva location Pietro Pignatelli (nei panni di Carson) e Roberto Azzurro (imputato d’eccezione), fatto di immagini messe (“quasi”) a nudo dal filtro dell’ironia, dell’originalità, propri di Wilde, propri del genio. Furono ben tre i processi a cui dovette far fronte Wilde a suo tempo : dall’accusa di calunnia che egli stesso mosse nei confronti di John Sholto Douglas (padre di Alfred, con cui lo scrittore intratteneva una relazione) , sino al reato di sodomia per il quale fu additato da quest’ultimo. Condannato ai lavori forzati e sottoposto agli attacchi internazionali per le sue relazioni, per le sue idee, per i suoi interessi , per la maggior parte delle sue opere, oggi ritorna in una veste considerata estranea sino al 2000, quando il manoscritto reso dalla British Library, ha reso note le “battute” dell’interrogatorio considerato per lungo tempo scabroso. Sebbene i procedimenti giudiziari a carico di Oscar Wilde siano riconducibili a un periodo storico ben lontano dall’attuale, è bene chiarire, con rammarico, quanto ancora l’omofobia, la discriminazione e la mancata accettazione siano presenti nella nostra società. Un tentativo, questo della rappresentazione teatrale di un processo ai diritti che oggi, almeno, dovrebbero dirsi socialmente riconosciuti e derivanti dal principio del rispetto reciproco, che non solo si esplicita per fare apprendere, per interloquire con i nuovi tempi, ma per creare uno spazio comunicativo ampio, come ampio è il periodo che tiene strette le due estremità temporali. Wilde è già stato a Napoli. All’epoca fu colpito dalla penna di Matilde Serao, che molto poco lo apprezzò, e dallo sguardo della popolazione che qui e altrove, gli scritti definirono indignato. Soggiornò a Posillipo, a Villa del Giudice. E così, da un punto all’altro della città, il ritorno di Wilde si concretizza : Bentornato !
Francesca Morgante