Partono i Bastimenti – L’emigrazione italiana nelle Americhe
Un po’ di memoria, perché ricordare fa bene, è l’intento di “Partono i bastimenti – Mostra sull’emigrazione Italiana nelle Americhe”, l’esposizione realizzata grazie al contributo progettuale ed economico della Fondazione Roma-Mediterraneo, e curata da Francesco Nicotra, direttore dei programmi speciali della National Italian American Foundation (NIAF), allestita presso la sede dell’Università Suor Orsola Benincasa e visitabile fino al 13 dicembre. «Una topografia del dolore che si sostanzia di pochi oggetti crudamente nudi ed esplicativi, dai passaporti ai visti, dai biglietti e orari di piroscafi agli opuscoli di norme e regolamenti, dai ritagli di giornali agli spartiti e “copielle” di canzoni, passando per valige e bauli e icone religiose e scampoli di corredi nuziali, appartenuti a chi ha attraversato l’oceano sperando in una vita migliore: oltre 25 milioni di italiani». Così il rettore Lucio d’Alessandro parla della mostra che «racconta una delle pagine più intense del travaglio sociale, puntando l’attenzione su un fenomeno a cui non è stata ancora rivolta la dovuta importanza attraverso un evento -spiega Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma-Mediterraneo- che celebri queste gesta, non sempre esaurientemente note, della nostra storia nazionale». Un percorso di foto e immagini su pannelli ripercorre l’intera epopea degli emigranti italiani, le emozioni, le umiliazioni, le aspettative, le amarezze, i sacrifici, l’impegno, il sogno, la nostalgia, lungo le sale dello storico complesso accademico trovano poi spazio alcune riproduzioni in scala di navi storiche dell’epoca, come il celebre “Duilio” (cm 220×40), le “copielle”, i piccoli spartiti originali di canzoni, quasi tutte in dialetto napoletano, in voga nella Little Italy dei primi decenni del ‘900, e anche diversi spartiti originali di tango, perché la maggior parte delle canzoni e delle musiche del tango appartengono ad autori italiani, emigrati o discendenti di emigrati. E poi un focus dedicato alle migliaia di soldati dello sconfitto esercito borbonico che nel 1861, da Napoli, furono imbarcati per New Orleans, con la prospettiva di essere arruolati nell’esercito degli stati secessionisti del Sud, durante la guerra civile americana. Infine, in una vetrina della mostra, è stata inoltre ricostruita, con un pizzico di fantasia, la scena dell’arrivo a New York, il 14 maggio 1848, della nave Carolina, proveniente da Palermo. Un’esposizione per raccontare il “viaggio”, questa sorta di pellegrinaggio laico verso un domani migliore, all’alba di un secolo breve, intenso, difficile e controverso, pieno di luci e ombre.
Rosaria Morra