Passeggiata a Lisbona: la città alla fine del mondo.
Adagiata sulla riva destra dell’immenso fiume Tago, Lisbona da secoli incanta viaggiatori ce vi sono transitati.
Il suo fascino malinconico, la sua intensa vita notturna, il suo carattere popolare e al tempo stesso fiero e indomito la rendono una delle capitali europee più suggestive ma anche più difficili da amare.
Per scoprire Lisbona, non basta solo chiudersi in un museo o passeggiare per le sue strade: Lisbona va vissuta.
La città, come già detto, è adagiata sulle rive del fiume Tago e si sviluppa, come l’Urbe, su sette colli. Questa sua conformazione non piatta, le regala un movimento interno fatto di scalinate, ripide discese e stretti vicoli con punti panoramici che lasciano senza fiato.
Il giro inizia dalla Baixa, uno dei pochi quartieri in piano del centro, in cui si concentrano le attività diurne; ai suoi lati si dipanano pittoreschi violetti tutti resi vivi dagli enormi flussi di persone che scorrono all’interno, quasi come se fosse il cuore pulsante della città dal quale tutti si allontanano per vivificare le altre parti di questo stupendo corpo che è Lisbona. Allontanandosi dalla Baixa si giunge a Praca de Don Pedro IV, chiamata da tutti Rossio.
In questa, che è la piazza più vivace della città, in passato, si svolgevano le feste popolari e nel periodo dell’Inquisizione avevano luogo gli autodafé, ovvero l’esecuzione della condanna per gli eretici e i peccatori.
Oggi giorno la piazza ha cambiato totalmente aspetto, è divenuto un bellissimo luogo d’incontro circondato da caffè e teatri, adorna di fontane e di alberi, è divenuto anche il cuore della vita politica portoghese, in quanto è il punto di partenza di tutte le manifestazioni. Proprio qui, occorre ricordarlo, nel ’74, un fioraio offrì un mazzo di garofani ad un soldato per la vittoria contro la dittatura di Salazar e da questo gesto nacque la Rivoluzione dei Garofani.
Per comprendere al meglio l’umore della città occorre venire qui: urlatori che predicano, cittadini che leggono il giornale, vecchietti che discutono di politica sorseggiando una Ginjia godendosi una magnifica vista sui palazzi che circondano la piazza.
Poco distante dal Rossio e dalla Baixa abbiamo un’altra piazza ritenuta essere, a ragione, una delle più belle piazze d’Europa: circondata da armoniosi edifici, collegata alla Baixa da un monumentale arco di trionfo e dotata di una piattaforma galleggiante, la Praca do Comércio sicuramente offre al visitatore un colpo d’occhio, che è sicuramente uno dei più incredibili della città. Se si prova ad isolarsi dal rumore del traffico si potrà immaginare il passato glorioso di questa città, immaginando a nobili in carrozza che passeggiano lungo questa piazza così grande ed imponente.
Girando per il centro, è possibile scorgere strutture che, come tutto a Lisbona, lasciano a bocca aperta. Una di questa è l’Elevador de Santa Justa. Questa incredibile struttura neogotica risale al 1898 ed è un vero e proprio precursore dei moderni ascensori. Dotato di cabine di legno e di ottone, fu azionato prima dal vapore e poi dall’energia elettrica, ed è inserito in una torre di ferro che per molti aspetti ricorda la struttura della Torre Eiffel. Ai suoi tempi venne considerato un azzardo progettuale per il dislivello che superava, mettendo in collegamento la Baixa con il Chiado, per i materiali che erano stati utilizzati e per il viadotto sospeso che permetta di raggiungere l’ascensore dalla stazione superiore.
Se si è studi dell’atmosfera del centro di Lisbona, allora non esiste luogo migliore del Barrio Alto. Questo vecchio quartiere popolare dalle facciate colorati di azulejos rispecchia l’anima più profonda della città. In questo luogo si fondono le abitudini popolari della vecchia Lisbona, le variopinte tradizioni degli immigrati originari delle ex colonie africane e l’originalità degli intellettuali e degli artisti moderni che hanno trovato fra questi stretti vicoli il loro luogo dove esprimersi. Il Barrio Alto è un quartiere camaleontico, brulicante di negoziati di artigianato fatto a mano bizzarro e di ristorano per assaggiare le specialità gastronomiche della città: sicuramente è il luogo adatto per coloro che vogliono fare una passeggiata la sera o girare fra i locali fino a notte fonda.
Sicuramente ciò che gli azulejos riportano alla mente quando si è a Lisbona, è il Monastero de Sao Vicente de Fora che domina la collina dell’Alfama. Fatto costruire come voto per la riconquista della città dall’occupazione dei mori, è una costruzione enigmatica e affascinante.
Una volta oltrepassato l’ingresso, ci si troverà di fronte a una serie di chiostri silenziosi e solitari, quasi a voler richiamare quell’atmosfera e ideale della Pax Naturae, rivestiti interamente di magnifici azulejos che illustrano la Lisbona del 1600.
Uscendo dal Monastero, ancora un po’ intontiti dalla bellezza struggente della storia di Lisbona raccontata dagli azulejos, ci si ritroverà tra i violetti dell’Alfama passeggiando nei quali sarà possibile incontrare l’anima più vera e autentica di Lisbona. L’antico quartiere moresco è un rione popolare e variopinto. Qui non ci sono cose da vedere o attractions di particolare rilievo, ma è d’uopo scoprirne gli angoli nascosti, le piazzette caratteristiche dove i ragazzi giocano a pallone, i negozietti popolari frequentati dalla gente del posto, così da vivere un’esperienza unica.
Scendendo, adesso, verso il fiume, si trova un quartiere totalmente riqualificato in occasione dell’Expo del 1998: il Parques das Nacoes.
L’architetto spagnolo Calatrava ha riconvertito enormi padiglioni e aree industriali dismesse in un polo al tempo stesso culturale, commerciale, ludico e sportivo. Infatti in quest’area dono nati centri commerciali, padiglioni di divulgazione scientifica, palazzetto dello sport, caffè, ristoranti, giardini e passeggiate sul lungo fiume, da cui si gode una vista spettacolare.
Uno spazioampio e arioso dedicato al pedone e alle sue esigenze strutturato in modo da rispettare l’ambiente e non sprecare le risorse.
Il Parques das Nacoes può essere considerato uno dei migliori esempi di architettura urbana che ha saputo dare nuova vita a una zona degradata della città. uno spazio vivo e vitale che accoglie i suoi cittadini. Qui, infatti, vengono famiglie con bambini , amanti dello sport, giovani a cena nei tanti ristoranti etnici che animano le serate di questo brillante quartiere.
Al tramonto, dopo una lunga giornata passata per i vicoli della città, è d’obbligo fare un salto al Miradouro de Santa Luzia, uno dei più romantici e pittoreschi angoli della città-
Una terrazza sotto i portici fioriti circondata da giardini e ricoperta di azulejos che si affaccia su un panorama senza eguali: il Tago, le antiche mura arabe e la distesa dei tetti dell’Alfama. E’ un paradiso per gli amanti della fotografia ed è ancora oggi frequentato da gene del posto.
Insomma godersi un tramonto qui è sicuramente una cosa da fare al meno una volta nella vita, quasi come guardare il tramonto sulla fine del mondo.
A cura di Luigi Del Gaudio