Piaceri d’autunno in Val d’Orcia
Relax nella valle patrimonio Unesco, tra degustazioni doc e il giro dei borghi in un weekend Ogni stagione è buona per ritagliarsi un fine settimana in Val d’Orcia. Se la primavera è l’apoteosi del verde nel paesaggio ondulato, in autunno i terreni imbruniscono e le colline virano verso le decine di sfumature dell’ocra, del marrone ma anche del giallo dei vigneti. I borghi che puntellano la valle con i campanili e le rocche spuntano spesso da soffici nuvole di nebbia. In apparenza paesi-fantasma, i centri accolgono i visitatori con degustazioni di prodotti tipici e di stagione: è tempo di vino novello, di “olio nuovo”, ma anche di castagne e funghi.
In questo periodo l’ideale è visitare la valle in auto. Senza troppi programmi e itinerari, basta lasciarsi condurre fra i colli dalle strade che collegano Pienza, Monticchiello, Montalcino, tanto per citarne alcuni. L’importante è non indugiare sull’acceleratore. Sia per godersi un paesaggio unico al mondo, sia perché i caprioli che scorrazzano sulle colline sono soliti attraversare la strada asfaltata a una velocità che richiede riflessi di frenata ben pronti.
L’ambiente naturale è la prima attrazione della valle, iscritta nei siti Patrimonio dell’Unesco(2004) in primis perché “testimonianza eccezionale del modo in cui il paesaggio è stato ridisegnato nel Rinascimento per riflettere gli ideali di buon governo e creare un’immagine esteticamente gradevole” e poi perché lo stesso paesaggio è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese del periodo rinascimentale. Le foto-cartolina hanno un profilo dolce, spezzato dai cipressi e da casolari solitari, spesso convertiti in agriturismi e relais.
Poi ci sono le specialità enogastronomiche locali che pure sono apprezzate in tutto il mondo. Il pecorino o cacio di Pienza, che ha origini addirittura nella Preistoria, da abbinare nel piatto a una gelatina o a una marmellata di Brunello di Montalcino, fra i primi vini italiani a ottenere i titoli Doc e Docg. Ma anche il miele, l’olio, la carne di cinta senese, lo zafferano. Tornando ai vini sono i rossi che monopolizzano la tavola: non solo il Brunello ma anche il Rosso di Montalcino e l’Orcia Doc.
L’enogastronomia è motivo di un viaggio, e ottimo spunto per i souvenir da portarsi a casa, al pari delle testimonianze artistiche e architettoniche della valle. Per visitare i borghi si lascia l’auto all’ingresso del paese – tutti per fortuna a traffico limitato – e si procede a piedi per vicoli e piazzette.Pienza è la “città ideale” di Pio II che trasformò il borgo natio di Corsignano nella città-simbolo del Rinascimento, patrimonio Unesco a sé. Realizzata da Bernardo Rossellini tra il 1459 e il 1462, Pienza si conserva come un borgo elegante. Si visitano la cattedrale dell’Assunta, Palazzo Piccolomini, il palazzo comunale e il palazzo vescovile. Del medioevo è invece la Chiesa di San Francesco. Impossibile uscire dal paese senza aver acquistato almeno una formella di pecorino. La strada fatta di tortuosi saliscendi che si apre a sud conduce a Monticchiello, un paese scrigno di edifici medievali e che vanta la chiesa duecentesca dei santi Leonardo e Cristoforo. Il borgo è rinomato anche per gli spettacoli del “Teatro Povero”. Montalcino non si esaurisce con un calice del suo vino pregiato ma è una vera e propria città d’arte che domina tremila ettari di vigneti. Sorvegliato dalla rocca della seconda metà del 1300, il centro è raccolto intorno alla piazza del Popolo e alla Loggia gotica.
L’elemento dominante di Bagno Vignoni è l’acqua: quella calda termale conosciuta per le sue proprietà fin dagli etruschi. Abitazioni, diversi bar, ristoranti e la chiesa sorgono attorno alla piazza centrale del paese che in realtà è costituita da una grande vasca in cui sgorgano dal suolo vulcanico le acque della sorgente termale. E poi c’è il parco dei mulini da poco restaurato e trasformato in percorso turistico con l’intento di valorizzare uno dei principali e più antichi poli molitori del senese. Completano una visita della valle i borghi di Radicofani, San Quirico d’Orcia e Castiglion d’Orcia, quest’ultimo al confine con le foreste del Monte Amiata, dominato dalla rocca di Tentennano.
Informazioni: www.terresiena.it.
di REDAZIONE