Piscina ed asma: smentito il legame.
Tempo fa alcuni studi avevano evidenziato un possibile legame tra cloro e sviluppo di asma nei piccoli nuotatori, creando forti allarmismi. Da sempre il nuoto è ritenuto uno dei migliori sport per un bambino in fase di crescita ed il legame cloro-asma aveva creato non pochi problemi per le famiglie.
Tutto sarebbe dovuto al fatto che il cloro utilizzato per disinfettare l’acqua delle piscine, interagendo con ammoniaca e liquidi organici (urine e sudore), può dare origine a sostanze capaci di attaccare lo stato di protezione degli alveoli polmonari causando iperreattività bronchiale, una delle componenti dell’asma. Chiaramente questi effetti negativi dipendono sia da come viene mantenuta la piscina, ma anche per quanto tempo il ragazzo è esposto a questo ambiente.
Un recentissimo studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine afferma che i bambini che fanno nuoto in modo amatoriale non presentano un maggior rischio di diventare asmatici e, se lo sono già, hanno solo da guadagnare sul fronte della funzionalità respiratoria.
Prendendo in considerazione quasi 6000 bambini, maschi e femmine, e seguendoli fin dalla nascita per circa 10 anni i ricercatori hanno evidenziato come una regolare frequenza delle piscine non aumenta il rischio di sviluppare asma o sintomi allergici. Anzi, la pratica del nuoto sembrerebbe associata a una migliore funzionalità polmonare e a minori sintomi o respiratori, in particolar modo nei bambini asmatici. I nuovi dati andrebbero così a smentire il «polverone» e gli allarmismi che si erano creati in passato sul rapporto fra frequentazione di piscine clorate e sviluppo di asma nei bambini.
Alessandro Amitrano