Prada, dalle borse alla Borsa.

Power100_bertelliprada_thumb[1]Diventato un colosso mondiale, il gruppo Prada iniziò a prendere in considerazione l’idea di entrare in Borsa già alla fine del 2007, ed ora, dopo alcuni anni, ecco finalmente che in questa settimana saranno inviati i primi documenti alla Borsa di Hong Kong, per portare il brand nella Borsa asiatica, dove già girano le voci del tutto esaurito.
In Asia, dove la liquidità non manca e dove Prada esercita un particolare fascino sugli investitori, le pre-manifestazioni di interesse danno quello che potrebbe essere le anticipazioni di un successo planetario.
Il gruppo, controllato al 95% dalla coppia Miuccia Prada-Patrizio Bertelli e il restante 5% dalla Banca Intesa Sanpaolo, che accompagna la società nel percorso di quotazione, segue come afferma il suo amministratore delegato nonché marito di Miuccia Prada, Patrizio Bertelli, “una strategia di espansione condotta in un quadro di stretto controllo dei costi” e ha portato un’importante crescita di ricavi e di redditività.
prada_epicentro_prada_tokyo[1]Così mentre Bvlgari è finita nella mani dei francesi, Prada non solo resiste ma cresce e si espande anche nel mercato finanziario portando in alto il Made di Italy.
Come affermano gli analisti finanziari, le valutazioni dei gruppi del lusso sono vicine ai massimi storici e i risultati ottenuti da Prada, uniti al valore del marchio, fanno stimare una buona accoglienza da parte del mercato e le valutazioni che girano intorno al gruppo parlano oltre 8miliardi di euro.
In caso di successo dell’Ipo, Prada sarà il maggiore brand europeo della moda a quotarsi in oltre un decennio e il primo gruppo italiano a sbarcare sul listino di Hong Kong, con una valutazione che potrebbe superare i 6 miliardi di euro.
Mentre in Italia predomina un clima di entusiasmo generale in Cina non mancano le prime misure ristrettive e piuttosto severe, che secondo ciò riportano le agenzie, sono state decise dall’amministrazione di Pechino che vieta l’esposizione di cartelloni pubblicitari che promuovono il lusso per proteggere “l’aromonia sociale” e “colpire la venerazione dei prodotti stranieri”.
La Cina, il paese dove le aziende del made in Italy realizzano le loro crescite migliori, vuole limitare l’espansione dei prodotti stranieri per poter far crescere i propri brand, ma come ribatte il preseidente dell’osservatorio Asia Alberto Forchielli, non si tratta di un blocco per i beni di lusso o stranieri, anzi la Cina sta abbassando i dazi di importazione per diverse categorie di beni , ma solo una richiesta della Cina di esportare di più.
In conclusione, Il direttore generale di Intesa San Paolo si esprime a riguardo: “Prada è diventata uno dei brand italiani più conosciuti al mondo, grazie a scelte industriali e commerciali corrette nelle tempistiche e nelle modalità di intervento. La decisione di procedere con la quotazione in Borsa, testimonia la consapevolezza e la fiducia dell’azienda nelle proprie capacità di confronto anche sui mercati finanziari, con l’obiettivo di ricercare e raggiungere nuovi e sempre più impegnativi obiettivi”.

Di Aline Improta