Premiate le eccellenze degli oli extra vergine d’oliva del concorso Unasco: “Silenzio! Parla l’oro verde tracciato”.
Dal nostro inviato Giuseppe De Girolamo
Al Grand Hotel Palatino di Roma, venerdì 23 marzo, sono stati premiati gli oli extra vergine d’oliva italiani della filiera tracciata Unasco che hanno partecipato al concorso “Silenzio! Parla l’oro verde tracciato”.
Una tracciabilità, quella dettata dall’Unasco che crea aggregazione e fa sistema sul territorio senza togliere nulla all’autonomia cara alle piccole e medie imprese.
La garanzia di poter ripercorrere su internet, attraverso il codice di una bottiglia di olio acquistata, appartenente alla tracciabilità Unasco, tutta la storia del prodotto dall’origine fino ad arrivare a visionare l’azienda con l’ausilio di Google maps rappresenta una grande garanzia che i nostri oli come quelli premiati per l’edizione 2012 di “Silenzio! Parla l’oro verde tracciato” posseggono.
Tracciabilità però come si evince anche dall’intervento di Marco Oreggia, capo panel del gruppo di assaggio che ha premiato i migliori oli di questo concorso significa solo origine. È un grande strumento di comunicazione – afferma Oreggia -, ma è importante lanciare un monito ai produttori perchè, pur avendo una materia prima interessante, alcuni dei campioni testati, hanno poi perso la loro qualità nelle varie fasi di raccolta, lavorazione e stoccaggio acquisendo problemi gusto-olfattivi
Elia Fiorillo, da qualche giorno riconfermato presidente del Ceq, Consorzio Extravergine di Qualità Unasco, ha sottolineato l’impegno ancor grande è più incisivo che occorre realizzare, incitando tutti a raccogliersi attorno ad un tavolo di lavori per discutere sulle problematiche da affrontare e risolvere, al più presto, con il minor costo possibile e con un riscontro di successi che mettano in luce il lavoro svolto e da svolgere dal “Sistema integrato di Qualità e Sicurezza Alimentare” denominato Unasco (Unione Nazionale Organizzazioni Coltivatori Olivicoli). Occorre concretizzare un patto di lealtà – ha sostenuto Fiorillo – dove chi sbaglia resta fuori dal squadra che si prodiga per realizzare successi, altrimenti l’olio extra vergine d’oliva l’abbiamo inventato noi, ma altri paesi comunitari ci sorpasseranno nel riconoscimento delle identità. La Qualità infatti non è sinonimo di Tracciabilità e deve essere necessariamente coltivata ogni giorno per potere sempre più migliorare il prodotto. Fiorillo ha dichiarato: “Il Ceq è già una risposta concreta e alternativa alle tante iniziative fallimentari di picconare la filiera olivicola italiana che nei prossimi anni è solo destinata a crescere. Chiarezza, condivisione su obiettivi, tempi e risultati da conseguire e misurare, sarà il nostro modello operativo nei prossimi anni, consapevoli che le differenze di posizionamento tra piccoli e grandi, tra confezionatori di marca, imprese olivicole e frantoiani sono la ricchezza del nostro Paese e della sua immagine percepita nel mondo, piuttosto che una debolezza come altri tentano invano di dimostrare”.
“Ceq si occuperà di valorizzare le tante sinergie di queste diversità – ha proseguito Fiorillo -, allo scopo di creare valore da redistribuire nella filiera nazionale, all’interno di un’identità visiva unica, riconoscibile dell’azienda allo scaffale. L’olio italiano garantito dal Ceq sarà la <<Ferrari>> dell’extravergine: un nuovo concept di prodotto su cui il Ceq sta lavorando da anni e che ci auguriamo possa gradualmente cambiare il comportamento di acquisto dei consumatori”. Tanti gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata di conferenza stampa che ha preceduto le premiazioni a cominciare da quello di Valerio Cappio coordinatore della Unasco, di Luca Casciani, di Pasquale De Francesco, di Claudio Versienti direttore dell’Agecontrol, dell’on. Marco Di Stefano consigliere della regione Lazio, di Claudio Randini presidente Assitol, di padre Ernesto Santucci, gesuita, per anni missionario in Albania, ed altri, molti dei quali con un riferimento all’articolo negativo apparso su un quotidiano nazionale qualche mese addietro sulla nostra produzione di olii extra vergine d’oliva. Non c´è dieta mediterranea senza olio extravergine di oliva. Questo importante prodotto dell’agricoltura italiana, elemento essenziale della “Dieta Mediterranea” resta e diviene sempre più il principale protagonista dell’alimentazione e va fortemente tutelato e salvaguardato nella sua produzione perchè non c´è pietanza elaborata da grandi chef o casalinga che non apra discussioni sul migliore utilizzo e la convenienza di utilizzare l´olio d´oliva per cucinare o friggere, oppure a crudo e la scelta del più appropriato olio da utilizzare.
Al termine dell’incontro sono state consegnate le targhe ai 3 produttori premiati:
I° Classificato è stata l’Azienda Olearia del Carmine, con il suo “Oleo de la Marchia” I Monovarietale, Ascolana Tenera (AN) ed a ritirato il premio Valentina Sorana.
II° posto al monocultivar Carolea dell’Antica casa olearia Manfredi in Località Trearie, 88040 San Mango d’Aquino – Catanzaro, associato all’Oreca
III° posto assegnato a OP associazione olivicola cosentina con il suo “Trapetum” Valle Crati.
A cura di Giuseppe De Girolamo