Prince: un’altra icona ci lascia
Aveva 57 anni Prince, è stato trovato morto nell’ascensore degli studi di registrazione della sua abitazione a Minneapolis, in Minnesota. Una morte che ha destato sospetti, che solo l’autopsia prevista per oggi potrà fugare. Solo sei giorni fa, la pop star in volo con il suo jet privato ad Atalanta per un concerto, aveva costretto il proprio staff ad un atterraggio di emergenza e un ricovero urgente nell’ospedale locale di Moline, a causa di un malore. La notizia diffusa dai media sulle condizioni di salute del cantante, avevano riferito di una brutta influenza, e proprio per questo erano state cancellate molte tappe del suo nuovo tour. Ieri la sua morte ha lasciato il mondo intero senza parole, e secondo il Tms, il sito che per primo ieri ha dato la notizia, Prince sarebbe morto per una overdose di oppiacei. Sempre secondo le notizie diffuse dal sito americano, Prince era stato sottoposto ad un trattamento urgente per overdose da oppiacei il “save shot” e, che i medici ne avevano consigliato un ricovero in ospedale per qualche giorno, ma non essendo disponibile una stanza privata, il team del cantante ha preferito farlo dimettere. Resta un alone di mistero sulla morte dell’artista poiché non sono note le cause del decesso. La polizia indaga senza lasciare nulla al caso, vagliando anche il minimo dettaglio, come ad esempio il fatto che l’artista negli ultimi giorni lamentava spesso di non sentirsi bene. Prince ha avuto una carriera spettacolare, è stato un artista fecondo musicalmente, come autore, cantautore, arrangiatore attore, regista. I suoi più grandi success sono stati “Purple Rain”, “Little Red”, “Corvette” e “1999”, oltre ad avere venduto 100 milioni di dischi e vinto 7 Grammy. Il suo nome all’anagrafe era Prince Rogers Nelson, cambiato con quello d’arte di Prince divenuto icona, nel 1993, che ha rappresentato tutto il suo genio e talento in questi anni di carriera. E’ stato il re degli anni Settanta quando ha frequentato e mixato i più svariati generi musicali: dal soul al funk, passando al jazz e al rok psichedelico con estrema disinvoltura, conquistando ogni volta moltissimi fan. Sarà ricordato come l’ultimo grande della generazione classica della musica Black, quella di James Brown, Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Steve Wonder, Sly Stone. Lo vogliamo ricordare per la sua creatività, la sua capacità di essere prolifero senza forse saperlo fino in fondo, di avere una capacità artistica unica e inconfondibile. Ciao grande Prince.