Procida: L’isola di Arturo.
E’ la sorella minore delle tanto celebrate Capri e Ischia. Isola delle piccole cose dove ogni persona si sente a proprio agio, dove il cicaleccio vacanziero non è mai frastuono. E’ l’isola di Arturo, personaggio letterario di Elsa Morante, che su quest’isola elesse la propria dimora. Un fabbricato scorticato dal sole che guardava il mare, quell’azzurro intenso che la portò a scrivere “non chiedo di essere né un delfino né un gabbiano, ma uno scorfano, che è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”. Da tempo Procida fa parte essenzialmente di due circuiti turistici, quello del “mordi e fuggi”, per quelli che si imbarcano direttamente dal porto di Pozzuoli, raggiungendo la meta in soli trenta minuti di navigazione e serve agli esercizi commerciali a fare cassa, mentre l’altro rappresenta il “buen retiro” di chi ama ritrovare se stesso dopo le fatiche invernali. Rustica, silenziosa, dai mille colori delle case dei pescatori della “Marina corricella”, borgo marinaro di suggestiva bellezza, che possono essere ammirati dal belvedere di Terra Murata, antica cittadella medioevale che si eleva per un’altezza di novanta metri sul livello del mare. Primo nucleo abitativo dell’isola, tristemente famoso per la presenza del carcere borbonico, dove tanti patrioti italiani persero la vita. Uno sguardo all’isola di Vivara , riserva ambientale protetta, chiusa al pubblico ma collegata all’isola di Procida da un ponte che non è possibile percorrere. Misteri della politica. La pro-loco procidana e associazioni culturali profondano grande attenzione alla divulgazione del patrimonio storico-culturale dell’isola. Un programma di tutto rispetto, che guida i turisti in ogni dove, come il sito di Terra Murata, ricco di tanti tesori a portata di mano, come l’Abbazia di San Michele Arcangelo, le case tipiche procidane , lo stesso castello D’Avalos, il complesso carceriario e tanto altro ancora. Una sola strada urbana taglia in due l’isola coreografata da piccoli e grandi fondi agricoli dove sua maestà “il limone” prodotto principe della tipicità isolana, rende gradevole con la fragranza del suo profumo chiunque decide di percorrerla a piedi. E’ la zona portuale il punto di maggiore interesse che si offre ai tanti turisti che affollano le strutture ricettive dove lo svago è ampiamente assicurato. Negozi ricchi di merce artigianale realizzata con passione soprattutto da giovani che hanno deciso di valorizzare con il proprio lavoro la loro isola. Come non ricordare i tanti bar che offrono prelibatezze varie, come il dolce tipico dell’isola, la lingua, ripiena di crema pasticciera o al limone, delizia per il palato. Splende la sua marineria da diporto, affollata da tante barche, grandi e piccole, che dal mare godono di una posizione di privilegio per ammirare un panorama di suggestiva bellezza, specialmente di sera, quando Procida entra nel firmamento della poesia. L’arte della pesca, marineria mestra di vita che si perde nella notte dei tempi. Procida non è solo l’isola del Postino, ma l’isola del nostro animo.
A cura di Salvatore Cutolo