PROTESI AL SENO, COSA SAPERE: POST-OPERATORIO E RITORNO ALL’ATTIVITA’ SPORTIVA Di VINCENZO VIVIANO ISTRUTTORE FEDERALE DI PESISTICA E CULTURA FISICA FIPCF CONI
Ormai nell’immaginario collettivo femminile l’uso di protesi mammarie è un desiderio diffusissimo, sia per donare al proprio fisico maggiore armonia sia per ritrovare sicurezza in se stesse. Se prima poteva essere considerato unintervento per pochi facoltosi, in pochi anni il numero di donne che ne hanno fatto ricorso è aumentato in maniera esponenziale, rendendolo il più eseguito tra gli interventi di chirurgia estetica, pur essendo in tempo di crisi.
Così come aumenta negli anni il numero di interventi per protesi al seno, così la tecnologia medica, a riguardo, ha fatto passi enormi per ridurre al minimo qualsiasi tipo di rischio: dall’anestesia al rigetto delle protesi, che vengono migliorate sempre più, sia per quanto concerne i materiali sia per la loro durabilità.
Oggi la maggior parte delle operazioni viene eseguita a livello ambulatoriale, consentendo al paziente una degenza a casa propria. L’anestesia, tranne in alcuni casi, è di tipo locale, riducendo i rischi in modo esponenziale. Dopo alcuni giorni, attraverso il drenaggio e una fisioterapia specifica, è possibile ricominciare pian piano a fare ciò che si faceva prima, senza timori.
A riguardo, v’è da dire che questo intervento apporta al fisico considerevoli cambiamenti, oltre che estetici anche biomeccanici. Proprio per questo all’inizio risulta difficile, e molto stressante, abituarsi al nuovo status e agli effetti che esso produce. Ed è proprio per questo che viene in nostro aiuto la fisioterapia che, eseguita in maniera precoce, previene lo stress derivante da questi cambiamenti.
Una buona attività fisica risulta fondamentale per il buon esito dell’intervento. Tale attività consigliabile a non meno di tre mesi dall’intervento aiuta a non incorrere in quelli che sono spiacevoli effetti collaterali. Nel caso di una mastoplastica additiva ovvero con l’innesto di protesi mammarie, il peso che grava sulla schiena viene ad aumentare portando molte donne ad assumere un postura di comodo protesa in avanti del tutto sbagliata dannosa per la schiena ed esteticamente pessima.
E’ quindi necessario un attività specifica in palestra, che miri ad allenare i muscoli del petto in maniera leggera e con carichi che non superino il 50-60% del massimo peso che possiamo sollevare. Invece per la schiena un lavoro più intenso fino all’ 80 % del massimale. Ciò ci consentirà di mantenere una postura corretta e di adeguarsi precocemente al nuovo peso che graverà sulla schiena. Per scegliere una routine di esercizi che sia la più corretta possibile e soggettiva nel caso in analisi, è consigliabile in questo percorso una continuativa supervisione del vostro medico e fisioterapista.
Infatti per ovviare a possibili infiammazioni o danni alle protesi, la scelta degli esercizi deve essere specifica e mirata, evitando per i primi tempi di portare le braccia al di sopra della testa o effettuare anche nella vita quotidiana il sollevamento di pesi eccessivi (come ad esempio fare la spesa).
Dopo sei mesi dall’intervento, e una buona fisioterapia accompagnata da un allenamento sportivo specifico, non esistono più limitazioni all’attività sportiva e potremo riconquistare la forma fisica ideale antecedente l’intervento. Infatti l’organismo si sarà perfettamente abituato all’innesto di questo corpo estraneo e quindi non vi sarà più il rischio di infiammazioni o rigetti. L’unico limite sarà rappresentato dalla resistenza biomeccanica delle protesi in silicone e occorre dunque un particolare accorgimento agli urti che potrebbero procurarne la rottura.