QUELLO CHE TU VEDI È SOLO L’OMBRA DELL’UOMO CHE TU PENSI CHE SIA: IL SESSO ESTREMO.
Monica Martuccelli -psicoterapeuta sessuologa.
Negli ultimi anni si è venuto a conoscenza, interrogandosi sul “come mai” di un fenomeno che investe soprattutto gli uomini. Mi riferisco ad una condotta comportamentale che non ha mai smesso di attraversare i secoli. Parlo della scissione netta e dolorosa tra eros e amore che si esplicita in un comportamento estremo che porta un uomo ad avere rapporti sessuali con prostitute, partecipare a festini, frequentare coppie di scambisti e club privè. Un tempo, nell’ antica Roma e nell’ antica Grecia ciò rappresentava la “normalità” in quanto nessuno si chiedeva che tipo di disagio nascondesse un comportamento del genere. Infatti proprio qualche settimana fa è uscito in Italia, il film di Paolo Franchi, “E la chiamano estate” che narra la storia di una coppia di quarantenni che si amano intensamente ma chetra loro non c’è mai stato una rapporto sessuale. Per lui il non riuscire a vivere con la sua donna tutte le esperienze di un rapporto d’amore lo tormenta e lo distrugge al punto tale che le sue esperienze estreme continuano ininterrottamente. Dino è un medico e durante il giorno svolge la sua professione di anestetista mentre di notte si incontra con coppie scambiste sposate e prostitute . Lei accetta di vivere questa relazione come una “dama bianca ” aspettando a casa che il suo fidanzato torni da lei dopo aver trascorso fuori casa notti hard. Ma questa “attesa patologica “ tirerà pian piano fuori il malessere di Anna tanto da decidere di consultare uno psicoterapeuta; le sedute di psicoterapia continueranno anche dopo il suicido del suo compagno. Quando un uomo ha strutturato dentro di sé una sessualità di questo tipo, difficilmente “cambia”. I dolorosi percorsi terapeutici intrapresi da moltissimi uomini in tal senso si sono rivelati in numerosi casi inefficaci. Alle spalle di questi uomini sono presenti traumi infantili che hanno generato in loro una sorta di fobia dell’intimità quasi come “se farlo solo con una donna” tolga l’ossigeno necessario per poter respirare e poi “siannoiano” . Inoltre le loro madri hanno personalità asfissianti, intrusive ,volitive e gelose. Così trovano un loro falso equilibrio in una sessualità perversa in grado di provocare l’erezione proprio perché viene garantita solo attraverso esperienze del genere. Infatti l’eccitazione passa attraversa questo canale hard e con lo scorrere del tempo si crea un vero e proprio circuito di dipendenza psicologica. Inoltre, esistono altrettante esperienze infantili emotive altrettanto devastanti dietro quelle donne che decidono di “stare in questo modo” con uomo affetto da questo tipo di problematica. Solitamente sono donne con scarsa autostima e fantasie salvifiche, “io sono l’unica che può salvarti e starti accanto”. Solitamente la loro infanzia è costellata dalla presenza di padri assenti, poco rassicuranti che in alcuni casi hanno addirittura abusato di loro sessualmente. Infine ritornando alla trama del film si assiste ad un finale drammatico con il suicidio di Dino. Penso , in qualità di psicoterapeuta e sessuologa, che se Anna avesse lasciato il suo fidanzato, chissà.. forse lui non sarebbe arrivato fino al punto di uccidersi..? Senz’altro avrebbe incontrato un’altra donna, disposta a vivere il sesso alla sua stessa maniera. Così la depressione di entrambi avrebbe trovato un contenitore comune nel quale stare.
Sartre scriveva: “Guarda quell’uomo è imprigionato nella sua coscienza infelice”.
D.ssa Monica Martuccelli mail: martuccellim@tiscali.it