RADICI CULTURALI Per la regia di Renato Cipullo
La Compagnia di teatro amatoriale “S’adda fa’” il cui capocompagnia risponde al nome di Renato Cipullo, ancora una volta ha messo in scena magistralmente l’opera forse più conosciuta di Eduardo Scarpetta: Filumena Marturano.
Filumena Marturano commedia in tre atti scritta nel 1946 dal grande Eduardo.
Inserita dall’autore nella Raccolta “Cantata dei giorni dispari”, scritta per la sorella Tina De Filippo fu poi interpretata dalle più grandi attrici: Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Lina Sastri, Mariangela Melato.
Quest’opera fu successivamente fonte di film sia per il cinema che la televisione ma il fascino delteatro rimane un’altra cosa.
La trama: Filumena figlia della povertà, era adolescente quando finì a fare la prostituta. In questa veste conobbe Don Domenico (Mimi’ ) Soriano, straordinariamente interpretato da Renato Cipullo ricco pasticciere napoletano. Fu proprio lui a toglierla da quella “casa” per portarla nella propria, dove per 25 anni, da “mantenuta”amministro’ i beni e la casa stessa come una vera e propria moglie. Vista la vita dissoluta di Mimi’ decise di costringerlo con l’inganno a sposarla.
Finse di essere in fin di vita, si sposarono ma il matrimonio duro’ il tempo di una bugia.
Mimi’ furente cercò di rimediare attraverso le vie legali.
Filumena, interpretata dalla straordinaria forza comunicativa e capacita’ rappresentativa di Eva De Rosa, in un toccante monologo gli risponderà del suo disprezzo per come l’aveva trattata e gli svelera’ il suo ingombrante segreto: quello di avere tre figli, avuti da uomini diversi e pari a lui, e uno di questi figli, di cui non avrebbe mai svelato il nome per tutelare gli altri, era suo.
Filomena rivela ai giovani la loro appartenenza cioè che colei che si era occupata fino ad allora di loro era lei, loro madre, Filumena, la prostituta, di cui però non conoscevano le origini nel mondo della miseria ma solo ciò di cui si diceva per le strade.
Don Mimi’ non crede a Filumena ritenendo anche quello un inganno.
La tenacia e la profondita’ caratteriale di Filumena alla fine però, hanno la meglio.
Anche il “cuore resistente” di Don Mimi’ finisce per capitolare allorquando i tre ragazzi, rivolgendosi a lui, lo fanno chiamandolo papà.
Dalla crisi della famiglia patriarcale borghese, al trionfo di una famiglia fuori dagli schemi tradizionali in cui il rispetto e’ indistinto ed è’ verso tutti i figli e si attiva per l’esempio di una donna indotta a prostituirsi ma che non mette in vendita altro che il suo corpo serbando l’amore verso i figli.
L’amore materno che trionfa sulle vicende aspre della vita, la riconoscenza dei figli che supera gli effetti delle traversie della vita, si vive sulle tavole del Teatro Orazio presso Teatro Santa Luisa de Marillac in Napoli, grazie alla bravura e alla sensibilità degli interpreti tutti, tra cui Peppe Ventrelli nella parte di Alfredo Amoroso e Anna Perillo nel personaggio di Rosalia Solimene, per la regia di Renato Cipullo, e per la riflessione che ingenera solo la commedia d’Arte.
Dopo un pregevole spettacolo, continuare la serata napoletana, spostandosi di pochi metri nella vicina pizzeria “MA TU VULIVE ‘A PIZZA ” in via Andrea d’Isernia, 29 per gustare un’ottima pizza che e’ quella tradizionale fatta secondo i crismi, ‘ non disdegnando altre frutto di una fantasia che e’ amore e’ arte e’ tradizione di una citta’, che ha riconoscimenti di stima in tutto il mondo, benche’ emerga sempre cio’ che ignora i pregi, e’ d’obbligo!
a cura di Brunella Postiglione