Reflexers, la personale di Stefania Sabatino a cura di Joanna Irena Wrobel e Maria Antonietta Roselli

inst.10rid«Ogni lavoro è un’avventura onirica, uno strumento per sperimentare la vita, per animare la mia creatività, e in questa esposizione ne racconto molte, ognuna in modo diverso». Così l’artista Stefania Sabatino descrive “Reflexes”, la sua personale a cura di Joanna Irena Wrobel e Maria Antonietta Roselli, in mostra allo Studio d’Arte “Le Muse” di via Toledo 272 fino al 14 gennaio (Info 0816583303 – 340 8222584 – 3476393776 – associazionelemuse@libero.it – www.stefaniasabatino.it). Le creazioni dell’artista, illustratrice e performer, rappresentano un continuo ossimoro che si stempera nelle meravigliose armonie che ricrea con mano sapiente e appassionata. Grandi corpi che ricordano i volumi quattrocenteschi, le meravigliose figure rinascimentali, i profili ampi, le muscolature possenti, le forme definite, si fondono a cromie leggere, impalpabili, rubate ad un luminoso arcobaleno che si inarca sinuoso nel cielo dell’arte. Gli azzurri che evocano il cielo lapislazzuli del Giudizio universale, i rosa sfumati abilmente nei lilla, nei cipria, nei ciclamino si uniscono, in un incontro caldo e avvolgente sublimato nel giallo sole. È un bagliore continuo che si fa uomo, si fa donna, si fa corpo, e in pochi educati tratti si staglia con sensuale prepotenza sulla tela. Ma la sperimentazione tanto cara alla Sabatino le ha fatto produrre per questa speciale personale due meravigliose sculture site-specific che, con ironia e tanta acuta riflessione, inquadrano il contemporaneo,Stefania_Sabatino-Amami-colore_ad_olio_e_oro_su_tela-cm.145x145 in particolar modo la situazione della donna oggi. «Sento molto l’importanza dell’essere donna, è una responsabilità, oltre a un vanto. È per questo che -spiega l’artista- nel pensare e realizzare queste sculture ho scelto materiali nobili ma figure semplici, per esprimere l’essenza della femminilità». Una donna dai volumi chiari si pone allo spettatore come intenta a sedersi, e mentre si scosta dalla parete avverte una tensione, a legarla, a fermarla, a frenarla ci sono delle fasce, delle bende; il delitto si sfuma con i toni bianchi e il light design studiato ad hoc, e ancora dal soffitto scende una tela su cui le cromie preferite dall’artista colorano corpi e suoi frammenti, per una composizione nuova e personale dell’umano. Un’indagine intensa e forte che la gallerista Joanna Irena Wrobel ha voluto nelle sale del suo spazio multidisciplinare per comunicare a pubblico e addetti ai lavori la maturità di una ricerca artistica e la sua evoluzione: «Stefania Sabatino rappresenta un unicum nella scena italiana e internazionale, le sue innumerevoli esposizioni in importanti sedi pubbliche e private, da Castel dell’Ovo a Villa Vannucchi e Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, fino al capitolino Palazzo delle Esposizioni, passando per la Galleria Fischer – Kunst Forum International a Meisterschwanden, segnalano la grande naturalezza nel raccontare la sua arte, mentre il prestigio di chi ne ha scritto, con articoli e testi in preziosi volumi e cataloghi, da Angelo Calabrese a Vittorio Sgarbi, passando per Federico Orsini e Serenella Volpe, conferma quanto l’attenzione nei suoi confronti sia sempre più alta». La mostra, che raccoglie produzioni recentissime e alcuni rarissimi lavori precedenti, è preludio per altri grandi eventi che porteranno l’artista in un 2011 davvero impegnativo.

A cura di Rosaria Morra