Riabilitazione Neurologica del Policlinico di Messina: nuovi sviluppi
A cura di Teresa Lucianelli:
Prosegue tra sospetti, perplessità e verifiche, la vicenda dell’UO siciliana che sarebbe stata soppressa a vantaggio di una struttura privata, tra lo sconcerto del personale l’incredulità dei pazienti nonostante l’alta qualità delle prestazioni fornite. Ultimo atto in ordine di tempo, un’ interrogazione parlamentare firmata da 18 senatori che riaccende i riflettori sull’oscura situazione e “insolite commistioni”. Gli interroganti mirano alla verifica di una parentopoli presunta all’interno del Centro clinico privato. La testimonianza di un paziente napoletano grave, recuperato con successo
Sono in tanti a chiedere chiarezza sulla soppressione della UO di Riabilitazione Neurologica del Policlinico di Messina, tra le più accreditate del Sud Italia e valido punto di riferimento per molti pazienti gravi che in tanti casi hanno ritrovato l’autosufficienza e una dignitosa qualità della vita.
Dal 29/06/2009, data della chiusura, non sono poche le domande che aspettano ancora una risposta, riguardo a una vicenda che si può definire quantomeno singolare, sicuramente controversa, che lascia tuttora perplessi.
Proprio su questa soppressione alquanto discussa e tuttora per molti ingiustificata, è stata presentata il 3 aprile scorso un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, on. Giulia Grillo, che sta facendo nuovamente molto discutere. Primo firmatario il presidente della Commissione Sanità, Pierpaolo Sileri, M5S. In essa, 18 senatori pongono in evidenza le “insolite commistioni” tra Università di Messina, Policlinico Gaetano Martino e un centro privato di riabilitazione che ufficialmente non è compreso né nella rete assistenziale privata né in quella pubblica della Regione Sicilia. Quest’ultimo “è stato allocato dentro il Policlinico, malgrado l’azienda fosse già in possesso di tutte le risorse professionali per garantire le stesse prestazioni” e, a detta degli interroganti e a seguito di una denuncia sulla quale sono in corso indagini da parte della magistratura, avrebbe sottratto sia spazi che posti letto alla riabilitazione della struttura universitaria pubblica – poi inevitabilmente soppressa – dequalificando le attività formative e penalizzando la carriera di docenti.
Gli interroganti puntano alla verifica di una presunta parentopoli che si sarebbe sviluppata all’interno del Centro clinico privato.
In particolare, i senatori sostengono che Il 22 novembre 2017 è stata firmata una nuova convenzione, per gli anni 2018-2022, tra Fondazione e Policlinico, con entrata in vigore dall’ 1 gennaio 2018, nella quale, laddove si parla delle prestazioni di ricovero presso il Centro Nemo Sud, addirittura si citano tariffe maggiorate che si riferiscono a soggetti mielolesi, rappresentativi di quadri morbosi del tutto diversi e per nulla assimilabili alle malattie neuromuscolari che invece vengono trattate presso il centro in questione!
Per questo, gli interroganti sottolineano l’assoluta esigenza di prendere provvedimenti per ristabilire il rispetto delle norme di legge all’interno del Policlinico. Provvedimenti che tra i molti, pure diversi degenti hanno ripetutamente auspicato e che continuano ad attendere. Sperano che finalmente chiarezza venga fatta, fermamente intenzionati a non permettere che la vicenda cada nel dimenticatoio.
Per comprendere l’importanza delle funzioni dell’Unità Operativa di Riabilitazione Neurologica, reputata di grande affidabilità, collocata al secondo piano del Padiglione E, dell’AOU Policlinico G. Martino, va precisato che essa comprendeva: un reparto di degenza di 15 posti letto per ricoveri ordinari di pazienti per i quali occorre un nursing specialistico e un trattamento riabilitativo intensivo, sia di tipo neuromotorio che cognitivo; un servizio di Fisiochinesiterapia e Riabilitazione neuromotoria per pazienti interni ed esterni; un servizio di Neuropsicologia e Riabilitazione cognitiva che forniva una serie di prestazioni quali valutazione neuropsicologica con l’impiego di test comprensivi di quelli erogabili nell’ambito del servizio sanitario regionale, trattamenti di riabilitazione delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, ragionamento, funzioni esecutive, comportamento); Logoterapia;
Psicologia clinica e psicoterapia, incluso sostegno psicologico ai caregiver dei pazienti con disabilità gravi, attraverso trattamenti di psicoterapia individuale e di gruppo; servizio per la prescrizione e adattamento, nella fase di trattamento, degli ausili e ortesi previsti dal nomenclatore tariffario.
Appare evidente il notevole peso in termini di tutela della salute pubblica, dei servizi forniti regolarmente da questa UO, che invece è stata soppressa.
A tale apprezzata Unità, il prof. Roberto Dattola ha dedicato grandi energie e impegno, favorendo lo sviluppo di competenze professionali per rendere possibile una flessibilità organizzativa altamente funzionale. Questo ha consentito di rispondere nel migliore dei modi alle esigenze assistenziali, didattiche e scientifiche della AOU Policlinico G. Martino e alle esigenze dell’utenza.
Riguardo all’alta specializzazione neuroriabilitativa prevista dalle Linee Guida del Ministro della Sanità per le attività di Riabilitazione pubblicate sulla G.U. 30 maggio 1998 n.124, l’UO ha operato come: Unità per le gravi cerebrolesioni acquisite (UGCLA, cod. 75, alta specializzazione, III livello) prendendo in carico persone affette da gravi cerebrolesioni acquisite (di origine traumatica o non traumatica), che hanno avuto, conseguenzialmente al danno, un periodo di coma più o meno protratto (24/48 h) e nelle quali possono coesistere gravi menomazioni fisiche cognitive e comportamentali che possono determinare disabilità multipla e complessa (codice 75). Come Unità spinale (cod. 28), alta specializzazione (III livello) con presa in carico precoce di soggetti ai quali è stata diagnosticata lesione midollare acuta postraumatica, o non traumatica con obiettivi definiti di riabilitazione intensiva, oppure con lesione midollare con complicanze tardive o esigenze riabilitative che richiedono intervento specialistico multidisciplinare e multi professionale. Come Unità per la riabilitazione di turbe neuropsicologiche acquisite, con presa in carico di pazienti che necessitano di valutazione neuropsicologica, di riabilitazione delle funzioni cognitive, logoterapia, psicoterapia, compreso sostegno psicologico ai caregiver dei pazienti.
Riportiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione parlamentare presentata il 3 aprile 2019 e indirizzata ai Ministri della Salute e per la Pubblica Amministrazione, firmata da Sileri, Guidolin, Leone, Airola, Turco, Lanzi, Trentacoste, Angrisani, Donno, Pirro, Dessì, Castellone, Pisani Giuseppe, Romano, Matrisciano, Pesco, Gaudiano, Lannutti.
“Premesso che, per quanto risulta agli interroganti: nel luglio 2009, i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria del policlinico “G. Martino” di Messina hanno provveduto ad azzerare i 18 posti letto della riabilitazione aziendale, disattendendo le indicazioni dell’Assessorato regionale per la salute che ne prevedevano, al contrario, un potenziamento. Non potendo contare sui rimborsi regionali previsti per i ricoveri riabilitativi, la riabilitazione aziendale ha così sofferto un consistente deficit annuale (fino a 900mila euro annui), con conseguente penalizzazione del corretto percorso assistenziale dei pazienti con gravi disabilità, crollo del livello qualitativo del percorso formativo degli studenti e medici specializzandi, nonché vulnus alla professionalità accademica dei docenti afferenti al settore MED 34-medicina fisica e riabilitativa, fino a vedersi negare nel 2017 l’accreditamento della scuola di specializzazione da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca; parallelamente, nel luglio 2011, per iniziativa del rettore dell’università degli studi di Messina dell’epoca, professor Francesco Tomasello, e del direttore dell’unità operativa complessa di neurologia e malattie neuromuscolari del policlinico, nonché direttore del dipartimento ad attività integrata (DAI) di neuroscienze, professor Giuseppe Vita, nasceva la ‘Fondazione Aurora onlus’, con lo scopo di svolgere assistenza in favore di persone affette da malattie neuromuscolari, attraverso la creazione del centro clinico ‘Nemo Sud’, un centro privato di riabilitazione neurologica, che è stato allocato dentro il policlinico, malgrado l’azienda fosse già in possesso di tutte le risorse professionali per garantire le stesse prestazioni. Pertanto, mentre le strutture assistenziali della riabilitazione aziendale sono rimaste senza posti letto con tutte le conseguenze sopra esposte, il centro Nemo Sud si è visto attivare, con le deliberazioni n. 244 e n. 614 del 2013 del commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, i ricoveri riabilitativi di codice 75 (neuroriabilitazione), codice allo stesso assegnato, nonché destinare alle sue attività gli spazi individuati presso il padiglione B, concessi alla fondazione Aurora onlus a titolo gratuito, per un periodo di 30 anni; il centro, inoltre, ha incassato DRG riabilitativi senza avere in organico alcun medico specialista in medicina fisica e riabilitativa (medico fisiatra) o medico con anzianità di servizio in riabilitazione sostitutiva della specializzazione; un centro privato di riabilitazione neurologica ha, dunque, sottratto spazi e posti letto alla riabilitazione aziendale e sottratto introiti alla stessa unità operativa aziendale di neurologia e malattie neuromuscolari;
l’incarico retribuito di direzione clinica di questo centro è stato sempre affidato, sin dall’apertura, ad un personale non in possesso dei requisiti previsti dalle norme sanitarie: prima due docenti universitari sprovvisti di specializzazione in medicina fisica e riabilitazione che risultavano anche incompatibili sulla base delle norme del pubblico impiego (decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, art. 53, comma 6; legge 30 dicembre 2010, n. 240, art. 6, comma 10) e del regolamento dell’Università di Messina (decreto rettorale n. 1668 del 13 novembre 2006, art. 4, comma 1); in seguito un medico estraneo all’azienda universitaria di Messina, che non possedeva i titoli sanitari per dirigere una struttura di riabilitazione neurologica (codice 75) quale è il centro Nemo Sud; inoltre, con la deliberazione n. 1311 del 12 dicembre 2013 il commissario straordinario dottor Giuseppe Pecoraro ha assunto varie determinazioni, tra cui il demandare al professor Giuseppe Vita il controllo e la verifica delle attività sanitarie previste nel progetto, al fine di accertare la correttezza degli adempimenti convenuti. Secondo questo ultimo incarico, quindi, il professor Vita controllava i suoi sottoposti in qualità di direttore clinico del centro Nemo Sud, e a sua volta veniva controllato da sé stesso in qualità di direttore dell’unità operativa complessa, ruolo per il quale era soggetto ancora al controllo da parte di se stesso in qualità di direttore del DAI. Il dottor Giuseppe Pecoraro disponeva, inoltre, che le retribuzioni per le attività citate graveranno sul ‘fondo aziendale produttività 20 per cento a disposizione del Direttore Generale’; il 22 novembre 2017 è stata firmata una nuova convenzione per gli anni 2018-2022 tra fondazione e policlinico con entrata in vigore dal 1° gennaio 2018, nella quale, laddove si parla di tariffe previste per le prestazioni di ricovero presso il centro Nemo Sud, sorprendentemente si fa riferimento a tariffe maggiorate che si riferiscono a soggetti mielolesi, che rappresentano quadri morbosi, del tutto diversi, e per nulla assimilabili alle malattie neuromuscolari che vengono trattate presso il centro; viene da chiedersi non solo su quale base normativa si è provveduto al raddoppio dei posti letto, dei quali non c’è traccia né nella rete assistenziale regionale, né nel decreto assessoriale n. 629/2017 né nell’atto aziendale policlinico, ma anche quale provvedimento ufficiale dell’Assessorato regionale o della Giunta o del presidente della Regione abbia mai autorizzato la prima assegnazione di posti letto pubblici al centro privato Nemo Sud che ha segnato l’inizio della penalizzazione delle unità operative riabilitative aziendali, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto; se non sia imminente l’esigenza di prendere provvedimenti al fine di ristabilire il rispetto delle norme di legge all’interno del policlinico G. Martino di Messina.”
I senatori partono da lontano e l’obiettivo è proprio il prof. Vita: sono stati assunti infatti alla “Nemo Sud”, il figlio Gianluca (neurologo), e la nuora Letizia Bucalo, “esperta in comunicazione”, benché sia laureata in Giurisprudenza. Assunti senza una pubblica selezione dal momento che si tratta di una struttura privata che opera, però, con la partecipazione pubblica.
Viene spontaneo chiedersi: perché mai le strutture assistenziali della riabilitazione del Policlinico siano rimaste senza posti letto e gli spazi del Padiglione B – che dovevano andare proprio alla riabilitazione – siano andati in concessione alla ‘Nemo Sud’, un centro privato di riabilitazione neurologica. Ancora, come mai il centro ha incassato DRG riabilitativi senza avere in organico alcun medico specialista in medicina fisica e riabilitativa (medico fisiatra) o medico con anzianità di servizio in riabilitazione sostitutiva della specializzazione?
Tutti interrogativi che attendono una risposta.
Per comprendere la situazione, è necessario fare un passo indietro e ritornare al 5 settembre 2012, giorno dell’inaugurazione del Centro Clinico “Nemo Sud” struttura specializzata per il trattamento delle malattie neuromuscolari, che mira a diventare un nuovo punto di riferimento per il Sud dell’Italia, sul modello collaudato del “Centro Clinico Nemo”, già attivo dal 2007 all’Ospedale Niguarda di Milano. Anche le Associazioni UILDM, AISLA e il Telethon compongono la Fondazione Aurora, che si occuperà della gestione.
Giusto il giorno precedente si è tenuto un incontro con il mondo dell’informazione moderato da Gigi Cartagenova, al quale hanno partecipato Massimo Russo, assessore regionale alla Salute della Sicilia, Alberto Fontana, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Mario Melazzini, presidente nazionale dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Francesco Tomasello, Magnifico Rettore dell’Università di Messina, Giuseppe Pecoraro, direttore generale del Policlinico messinese, Giuseppe Vita, direttore dell’Unità di Neurologia e Malattie Neuromuscolari del Policlinico stesso, e Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon. In video collegamento è intervenuto da Maranello, il presidente di Telethon Luca Cordero di Montezemolo.
Il Centro Clinico “Nemo Sud” nasce quindi per diventare una realtà, sul modello collaudato del “Centro Clinico Nemo” (ove ‘Nemo’ sta per NEuroMuscular Omnicentre), attivo presso l’Ospedale Niguarda di Milano. A curarne la gestione sarà la Fondazione Aurora che ha tra i propri fondatori le Associazioni UILDM, AISLA e la Fondazione Telethon, oltre al Policlinico e all’Università di Messina. Una cooperazione, questa, che vedrà presto anche il supporto dell’Associazione Famiglie SMA (Atrofia Muscolare Spinale). (C.N.)
L’interrogazione presentata in Senato dai 18 senatori viene seguita però dall’intervento in Aula dell’on. Matilde Siracusano che chiede ai parlamentari di sottoscrivere l’appello al Ministro Grillo a sostegno di ‘Nemo Sud’, ricevendo la sottoscrizione dei diversi schieramenti politici. La Siracusano ringrazia i colleghi Prestigiacomo, Rosato, Mulè, Ravetto, Andrea Romano, Mor, Occhiuto, Bartolozzi, Cattaneo, Varchi, Tripodi, Spena, Marrocco, Conte, Rostan e molti altri firmatari della sua iniziativa; in testa, i messinesi Ella Bucalo Pietro Navarra e Nino Germanà.
“Ieri sono intervenuta in Aula per chiedere ai parlamentari di sottoscrivere l’appello al Ministro Grillo a sostegno di NEMO SuD. La risposta è stata immediata. Per tale ragione, ringrazio tutti i colleghi dei diversi schieramenti politici che hanno sottoscritto il documento. In cima i messinesi Ella Bucalo, Pietro Navarra e Nino Germanà. La politica si è unita per contrastare un attacco ignobile lanciato a danno di un’eccellenza sanitaria gestita da Fondazione Aurora Onlus, senza scopo di lucro, per volontà delle famiglie dei malati affetti da patologie neuro muscolari. Il NEMO Sud non è una clinica privata sostenuta dai ‘poteri forti’, come si interpreterebbe dalle parole di chi ha lanciato le accuse e che oggi si trova spiazzato da una netta presa di posizione dei parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Ringrazio anche i colleghi: Prestigiacomo, Rosato, Mulè, Ravetto, Andrea Romano, Mor, Occhiuto, Bartolozzi, Cattaneo, Varchi, Tripodi, Spena, Marrocco, Conte, Rostan e tanti altri firmatari della mia iniziativa”, afferma l’on. Siracusano.
In realtà ai cosiddetti “tutti” sembrano però sfuggire dei dati di significativo rilievo per comprendere la vicenda, che gli interroganti sottolineano in apertura:
“nel luglio 2009, i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria del policlinico ‘G. Martino’ di Messina hanno provveduto ad azzerare i 18 posti letto della riabilitazione aziendale, disattendendo le indicazioni dell’Assessorato regionale per la salute che ne prevedevano, al contrario, un potenziamento; non potendo contare sui rimborsi regionali previsti per i ricoveri riabilitativi, la riabilitazione aziendale ha così sofferto un consistente deficit annuale (fino a 900.000 euro annui), con conseguente penalizzazione del corretto percorso assistenziale dei pazienti con gravi disabilità, crollo del livello qualitativo del percorso formativo degli studenti e medici specializzandi, nonché vulnus alla professionalità accademica dei docenti afferenti al settore MED 34-medicina fisica e riabilitativa, fino a vedersi negare nel 2017 l’accreditamento della scuola di specializzazione da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca…”
Va sottolineato inoltre che: un centro privato di riabilitazione che ufficialmente non è compreso né nella rete assistenziale privata né in quella pubblica della Regione Sicilia e che, a detta degli interroganti e a seguito di una denuncia sulla quale sta indagando la magistratura, avrebbe sottratto spazi e posti letto alla riabilitazione della struttura universitaria pubblica, penalizzando la carriera di docenti e dequalificando le attività formative.
Presso il centro Nemo Sud, sorprendentemente si fa riferimento a tariffe maggiorate che si riferiscono a soggetti mielolesi che rappresentano quadri morbosi del tutto diversi e per nulla assimilabili alle malattie neuromuscolari che vengono trattate presso il centro in questione; il centro, inoltre, ha incassato DRG riabilitativi senza avere in organico alcun medico specialista in medicina fisica e riabilitativa (medico fisiatra) o medico con anzianità di servizio in riabilitazione sostitutiva della specializzazione.
Conseguentemente, un centro privato di riabilitazione neurologica ha, dunque, sottratto spazi e posti letto alla riabilitazione aziendale e sottratto introiti alla stessa unità operativa aziendale di neurologia e malattie neuromuscolari.
Fa molto riflettere la testimonianza di R.C. paziente napoletano che fu ricoverato al Policlinico di Messina per un aneurisma cerebrale, successivo ad emorragia subaracnoidea. Mentre si trovava a Taormina il 31 dicembre 2005, fu colpito da un forte malessere. Chi lo accompagnava scoprì che non si rianimava, vomitava e bagnava il letto con liquido urinario. Intervenne un medico che gli somministrò una fiala di Plasil ma il paziente continuava a stare male. Fu chiesto all’ospedale di Taormina di intervenire. Il medico e l’infermiere capirono che si trattava di un aneurisma e lo portarono quindi via in barella, non disteso. Era i primo gennaio 2006. Fu trasferito al Policlinico di Messina e amici cari rintracciarono il prof. Francesco Tomasello Ordinario di neurochirurgica, neurochirurgo e Magnifico Rettore dell’Università di Messina che fece presente all’accompagnatore del paziente che si trattava di un caso limite. L’intervento durò sette ore e si concluse con un felice esito grazie ad una placca di titanio inserita nella parte sinistra della testa. L’aneurisma colpì a sinistra e, ovviamente, portò danni alla parte destra del paziente (braccio, mano e gamba), che restò venti giorni in coma farmacologico al reparto di riabilitazione neurologica. Va sottolineato che un aneurisma cerebrale si conclude il più delle volte con la morte, o si assiste a una sopravvivenza penalizzata da gravissimi danni.
R.C. fu trasferito nel reparto di riabilitazione neurologica del prof ordinario, Roberto Dattola, che era con una unità operativa afferente al Dipartimento di Neuroscienze. Erogava prestazioni di Riabilitazione intensiva, di Riabilitazione per gravi cerebrolesioni acquisite, di Rieducazione sia neuromotoria che motoria, logopedica e delle funzioni cognitive superiori. Facevano parte dell’equipe dell’unità operativa la prof. Alice Baradello e la dott. Adriana Tisano; oltre a due dirigenti aziendali, caposala, personale infermieristico, logopedista e altri.
“Il reparto era sempre perfettamente in ordine, pulizia impeccabile, con la prof. Baradello che seguiva tutti i pazienti passo dopo passo” ricorda R.C. che la chiama ancora oggi ‘il Colonnello Baradello’, ricordando che non voleva assumere farmaci indispensabili e la Baradello aveva trovato il modo di somministrarli con un escamotage.
Ritornato nella sua città dopo dimissioni, il paziente smise avventatamente di assumerli con conseguenti crisi epilettiche secondarie. Allorquando fu visitato da un altro neurologo della sua città, si rese conto dell’alta qualità dell’assistenza ricevuta, nel momento in cui lo specialista, vedendo la Tac, sottolineò gli eccellenti miglioramenti ottenuti, come lui stesso riferisce: “Lei non si rende conto di come stava, ora è all’impiedi, non ha difficoltà cognitive o altro, non le resta che ringraziare il prof. Francesco Tomasello e le persone che la hanno seguita successivamente all’intervento!”
R.C. nella sua città d’origine proseguì con un breve ricovero e sedute di fisioterapia: era il reparto di riabilitazione neurologica che nel luglio del 2009 i vertici aziendali azzerarono. Parliamo della Delibera del Commissario Straordinario n° 417 del 29/04/2009.
L’azienda effettuò una prima rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’A.O.U. con deliberazione che prevedeva nell’ambito del DAI di Medicine Specialistiche venisse attivata una U.O.C. di Medicina fisica e riabilitativa e Medicina dello Sport, dotata di 32 posti letto, come confermato nei successivi atti aziendali dell’AOU.
Nel 2018 sembrava che si aprisse uno spiraglio per la riapertura del reparto di riabilitazione neurologica che doveva essere sistemato al quinto piano del padiglione E, cosa non avvenuta in quanto oggettivamente impossibile per mancanza di riferimenti tecnici indispensabili.
Sono in molti a confidare e a sperare che, a seguito di questi nuovi eventi, il Ministro della Sanità, Giulia Grillo, valuti con attenzione e diponibilità la riapertura del Reparto di Riabilitazione neurologica presso il Policlinico di Messina, necessario alla struttura ospedaliera stessa, e attendono i commissari ministeriali e l’intervento della Procura di Messina che allo stato attuale sta vagliando quanto è emerso dall’interrogazione parlamentare.