SACROSANTO COME IL PROFANO
Gagliardi «Alla Ferratella occupati di ’sta roba del terremoto perché qui
bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al
giorno».
Piscicelli «Lo so». [ride]
Gagliardi «Per carità, poveracci».
Piscicelli «Vabbuò».
Gagliardi «Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto».
Piscicelli «Anch’io».
Poche battute,ma abbastanza per Rosario Lupo, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze,da chiedere un’ ordinanza di custodia cautelare,dopo aver arrestato Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici; Fabio De Santis, provveditore alle opere pubbliche della Toscana; Mauro della Giovampaola, coordinatore delle opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia; e l’imprenditore romano Diego Anemone.
Ecco cosa non ci è più dato sapere .Il ddl Alfano lede l’interesse e la spettanza pubblica all’informazione, e trancia mortalmente le intercettazioni, ridotte a tempi e modalità irrisorie,tarpando le indagini giudiziarie:
1)Un pm, puo’ intercettare solo per evidenti indizi di colpevolezza,ovvero quando l’intercettazione non risulta più necessaria,inutile al fine di smascherare un indiziato già certamente colpevole.
2)L’autorizzazione alle intercettazioni non dipende più dal gip,ma da un collegio di 3 giudizi del Tribunale distrettuale,con la conseguente perdita di tempo e di denaro,funzionali ad assicurare un discreto vantaggio per i criminali.
3)Il tempo massimo di durata delle intercettazioni è di 60 giorni. Un’ eventuale proroga di quindici giorni puo’ essere richiesta solo qualora emergano nuovi elementi funzionali al buon esito dell’indagine in corso. Dopo i 75 giorni previsti,il pm puo’ richiedere ogni 3 giorni per un anno al gip di ottenere una proroga in caso di estrema necessità. Restano esclusi i reati di mafia ,che nella maggioranza dei casi però ,si identificano nei cosiddetti reati satellite ,(estorsione,usura,riciclaggio)per i quali la durata delle intercettazioni si configura con il tetto di durata sopra citato.
4)Un libero cittadino,a meno che non sia uno 007 o un giornalista ,professionista o pubblicista ,rischia dai 6 mesi ai 4 anni di carcere se effettua riprese o registrazioni di conversazioni effettuate in sua presenza.
5)Se un pm intercetta un parlamentare deve chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza,così come se intercetta un prete deve avvertire la sua diocesi,e il Vaticano se le registrazioni riguardano i piani più alti di potere.
Per la stampa le condizioni si articolano così :
1)I giornalisti non possono pubblicare le intercettazioni in maniera integrale,ma dovranno limitarsi ad un riassunto,fino a udienza preliminare conclusa.
2) Il giornalista che pubblica atti di indagine prima della fine dell´udienza preliminare, anche se non più coperti dal segreto istruttorio, è punito con l´arresto fino a 30 giorni o con l´ammenda da mille a 5 mila euro. Se si tratta di intercettazioni, carcere fino a 30 giorni e ammenda da 2 a 10 mila euro. Se sono destinate alla distruzione, carcere da 1 a 3 anni anche se possono esserci delle registrazioni penalmente irrilevanti ,ma di interesse pubblico.
3) Sono previste per gli editori multe da 25.800 a 464.700 euro nel caso di pubblicazione di intercettazioni destinate alla distruzione. Se, invece, sono atti giudiziari di cui la pubblicazione è vietata, comprese intercettazioni attinenti alle indagini, multe da 25.800 a 309.800.
Il 2,9% delle spese del ministero della Giustizia sono destinate alle intercettazioni, per un totale di quasi 20.000 intercettati su 60.000.000 di italiani ogni anno. Perché lo Stato paga il canone ai vari concessionari Telecom,Wind,Vodafone per intercettare? Non sarebbe più ovvio comprare le adeguate attrezzature,evitando inutili sprechi e consumo di denaro pubblico ? Bisognerebbe chiedersi perché a queste domande il Governo non risponde,spostando l’attenzione su argomenti di facile presa pubblica,come la violazione sulla privacy.
In Italia la legge sulla privacy è in vigore dal ’97. Il ddl Alfano non aggiunge una virgola a quest’ ultima,non una modifica. E allora i conti non tornano,se la soluzione agli sprechi ci sarebbe ed una legge a tutela della vita privata dei cittadini c’è, cosa spinge il capo del Governo a definire questo decreto addirittura “sacrosanto” ?
Se chiedessimo a Flavio Carboni e Denis Verdini ?
Da quanto emerge dalle intercettazioni per l’inchiesta della Procura di Roma,è venuta alla luce una nuova P2,un vero e proprio sistema di potere in grado di manipolare l’informazione,pilotare la magistratura,dirottare soldi ed affari ed influenzare le scelte politiche del Paese ,a cominciare dall’interesse per il settore dell’energia eolica in Sardegna,continuando con i tentativi di influire sulla Corte Costituzionale per decidere della legittimità del Lodo Alfano e per finire con la candidatura di Nicola Cosentino alla presidenza della Regione Campania.
Senza intercettazioni,e senza la possibilità di pubblicarle oggi saremmo all’oscuro di tutto!
L’art. 21 della Costituzione definisce abbondantemente i limiti entro cui è legittimo esercitare la libertà di espressione,sancendo che la stampa non puo’ essere soggetta a censura alcuna.
Non si tratta di giornalisti di sinistra,di destra,liberi o soggiacenti al potere. La deontologia è un codice etico imposto a qualunque professione. Un giornale ed il giornalista devono attenersi al codice penale. A nient’altro. Qualora non fosse così,dovranno risponderne davanti ad un giudice. “La legge bavaglio” è prima di ogni altra cosa una questione sociale: lo scandalo della protezione civile , del Senatore di Girolamo pedina della ‘ndrangheta al Governo, il caso Scajola,il caso Trani,Parmalat,Cirio,Calciopoli, non sono delegabili alla politica: chi la butta in politica fa un errore personalistico e pretestuoso.
A cura della Redazione di Donna Fashion News