Salvatore Di Giacomo
Nacque a Napoli nel 1860. Dopo aver conseguito la licenza liceale, per volere paterno frequentò la facoltà di medicina, ma ben presto a causa del suo carattere fortemente impressionabile, decise di abbandonare gli studi, proseguendo la sua formazione culturale attratto dalla letteratura e dalla critica letteraria. Nei suoi componimenti emergeva la vita quotidiana del popolo napoletano, afflitto da innumerevoli problemi, inoltre descriveva le bellezze naturali che gli davano luce. Fu anche testimone della grande relazione tra le canzoni, la poesia, la musica e la teatralità. Nel 1880 iniziò la sua collaborazione al Corriere del Mattino, con la pubblicazione di alcune novelle tedesche. Successivamente scrisse sul Pro Patria e sulla Gazzetta Letteraria ed il Pungolo.
Nel 1886 fu colpito dal grave lutto della morte di suo padre a causa dell’epidemia di colera che colpì duramente Napoli.
Dal 1884 1892 scrisse poeticamente in dialetto napoletano “I sonetti”, “’O Funneco Verde”, “Zi Munacella, “Canzoni napoletane”. Fu il fondatore della rivista “Napoli Nobilissima”. Rivestì l’incarico di bibliotecario presso la biblioteca Universitaria e la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III. Fu inoltre nominato accademico d’Italia nel 1929. La casa discografica Ricordi pubblicò alcuni suoi versi, che furono tramutati in canzoni napoletane. Tra le sue canzoni più note:
“Nannì”, “Ghiammucenne Me”, capolavori come “Marechiaro”, “Era De Maggio”. Con la collaborazione musicale di Mario Pasquale Costa scrisse “ Luna nuova” , “Oilì Oilà”, quest’ultima canzone irritò molto la borghesia milanese che non riusciva a comprendere che motivi di ilarità ci potessero essere in un paese napoletano devastato dall’epidemia del colera. Scrisse ancora “Oje Carulì”, “Lariulà”, “E spingule Francese”. Fu anche autore dell’Opera teatrale “Assunta Spina” che fu anche prodotto dalla televisione e poi al cinema. Fu autore di “Senza vederlo” con l’interpretazione dell’attrice Titina De Filippo.
Luisa de Franchis
I colori della tua anima
Durante i giorni della mia infanzia
sono nato morto
tra il fuoco e le fiamme delle sinagoghe.
Eppure ho vissuto la mia infanzia
Dipingendone tutte le sue immagini
e ti guardo da poeta
e ti rivedo amatissima
nei tuoi colori brillanti,
tra i tuoi pensieri razionali ed irrazionali.
Ti stringo a me gioiosa
E ti rivedo con i fiori più belli
Quelli che ti ho regalato
E che non posso veder morire
E sogno per te la fiaba più bella.
(Luisa de Franchis)
Dipinto di Marc Chagall