SCLEROSI MULTIPLA: UN AIUTO DALLE CELLULE STAMINALI
Ad Amsterdam è stata effettuata la prima sperimentazione internazionale delle cellule staminali a fini terapeutici per la sclerosi multipla. Tale indagine ha ricevuto il placet degli esperti riuniti all’Ectrims, l’annuale congresso mondiale sulla malattia, in corso ad Amsterdam. La selezione dei malati inizierà all’inizio del prossimo anno, appena giungerà l’ordine da parte delle autorità sanitarie.
A 160 malati saranno prelevati dal midollo osseo, sede di produzione dei globuli rossi e di cellule del sistema immunitario, cellule staminali mesenchimali. Saranno sfruttate le due funzioni che svolgono nel midollo. La prima prevede di inibire l’infiammazione e la seconda produrre delle sostanze che stimolano il metabolismo cellulare. Le staminali mesenchimali prelevate ai pazienti saranno inviate nelle cell factory dove saranno moltiplicate e preparate per la reiniezione.
La procedura è lunga e consente di preparare in un mese le cellule per soli due malati. Ricerche precedenti hanno mostrato che queste staminali continuano a svolgere le stesse funzioni anche quando sono nel sistema nervoso.
Il coordinatore italiano dello studio, Antonio Uccelli, del dipartimento di Neuroscienze dell’università di Genova, afferma: “ Quanta più infiammazione trovano le staminali più si attivano per spegnerla. L’obiettivo di questa sperimentazione è verificare se queste staminali, originarie del midollo osseo, riescono a spegnere l’autoaggressione immunitaria al sistema nervoso della sclerosi multipla e contemporaneamente, sostenere l’attività delle cellule nervose e della mielina che le protegge in modo più efficace rispetto alle cure oggi disponibili. E’ bene specificare che queste staminali non hanno capacità rigenerante e quindi non si punta alla riparazione dei danni ormai creati dalla malattia”.
Alla sperimentazione parteciperanno circa venti centri in tutto il mondo, di cui quattro sono presenti in Italia a cui fanno riferimento 20 malati, per un totale di 160 pazienti. Tale indagine richiederà non meno di due anni di tempo per raccogliere i risultati. Il braccio italiano della ricerca è finanziato per circa 700 mila euro dalla Fism, Fondazione italiana sclerosi multipla.
A cura di Valeria Sorrentino.