Sigaretta elettronica: arrivano i divieti nei locali pubblici
Duro attacco alle sigarette elettroniche dal pm di Torino, Raffaele Guariniello, che al ministero della Salute chiede una stretta. “Perché permetterne l’uso nei locali pubblici?”, si domanda il magistrato. “Alla luce delle ultime scoperte e delle indagini tuttora in corso – sostiene – la norma sul divieto di fumo in bar e ristoranti dovrebbe essere estesa anche a questi apparecchi”.
L’inchiesta in corso
Inoltre, il pm torinese ha aperto negli scorsi giorni un’inchiesta con l’ipotesi di reato di violazione del commercio per il titolare di una ditta di importazione di ricariche per sigarette elettroniche. Secondo l’accusa, i nuovi dispositivi usare per “svapare” non riportano sulla confezione i rischi per la salute dei fumatori. L’inchiesta, aperta da alcune settimane, era partita dal sequestro di una cinquantina di confezioni di ricariche destinate alle edicole effettuato dai carabinieri del nucleo antisofisticazione. Guariniello ha ricevuto un parere dall’Istituto superiore di sanità che non esclude che queste siano nocive per la salute.
Lo studio dell’Istituro superiore di sanità
L’Istituto ha classificato i fumatori in moderati (con cinque utilizzi della sigaretta al giorno di 15 aspirazioni ciascuno), medi (10 utilizzi), e forti (20 utilizzi) e sostiene che in ogni caso i livelli di assunzione giornaliera di nicotina risultano superiori al limite di 0,0008 mg/kg fissato dall’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare.
L’Iss scrive: “Le sigarette elettroniche con nicotina presentano potenziali livelli di assunzionedella sostanza per i quali non è possibile escludere rischi per la salute, in particolare per i giovani. Si ritiene che tali effetti dannosi vadano comunicati ai consumatori con apposita dicitura sulle confezioni”.
Proprio tale mancata comunicazione configura il reato di violazione del codice del commercio ipotizzata dal magistrato.
A cura di paolo Pinelli