SIRIA: 28 persone uccise nella protesta dopo la preghiera del venerdì
Gli attivisti siriani hanno confermato che almeno 28 persone sono state uccise durante le proteste e le operazioni militari in tutta la Siria, la metà dei quali al nord, in un giro di vite da parte delle forze militari sul malcontento popolare che nel corso della settimana ha spinto migliaia di civili alla fuga verso la Turchia.
I comitati locali di coordinamento precisano che 10 delle morti è avvenuta venerdì, nella provincia nordoccidentale di Idlib, molte delle quali sono da motivarsi con l’ingresso dei carri armati in città. La televisione di stato siriana, inoltre, dice che uomini armati hanno aperto il fuoco contro stazioni di polizia a Maaret al-Numan, causando vittime tra i funzionari della sicurezza.
“Viva la Siria, abbasso Bashar Assad!” sono stati i cori che hanno gridato in molti dei manifestanti scesi in strada dopo la preghiera del Venerdì in tutto il paese.
Le forze di sicurezza hanno ucciso almeno due manifestanti che partecipavano ad un raduno nel quartiere di Qaboun nella capitale Damasco, stando a quanto afferma l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando anche di aver visto alcune truppe sparare ai manifestanti dai tetti.
Gli abitanti della zona accusano le forze governative di aver ucciso anche due manifestanti nel villaggio di al-Busra Harir nella pianura meridionale e di aver sparato su migliaia di essi, sfidando un’ingente presenza militare nella città meridionale di Daraa, fonte della rivolta che da tre mesi chiede la rimozione del dittatore Assad. “C’è stata una manifestazione di 1.000 persone e le forze di sicurezza hanno sparato dalla loro auto”, sono state le parole di un testimone residente a Busra al-Harir.
Tuttavia, la televisione di Stato ha dichiarato che uomini armati non identificati hanno ucciso un membro delle forze di sicurezza e un civile sempre nella cittadina di Busra al-Harir, mentre dalla città di Jisr al-Shugour, le autorità siriane hanno riferito che “bande armate” hanno ucciso più di 120 addetti alla sicurezza.
La Siria ha censurato la maggior parte dei media indipendenti del paese, il che rende difficile verificare i conti dello spargimento di sangue.
Testimoni hanno riferito al telefono all’agenzia Reuters che i soccorsi ad alcuni dei manifestanti feriti dalle forze di sicurezza a Daraa – tra cui due che sono stati colpiti alla testa e al torace – sono stati effettuati da giovani in fretta e furia in una clinica di fortuna vicina.
Mario Sabljakovic