SOLDI, CARRIERA ED AMORE

carrieraCara Rossella,

ho quasi 40 anni,senza figli e da tutti considerata la classica “donna in carriera”. Ma se nel lavoro posso considerarmi vincente nella vita privata tutto va a rotoli, anche se il mio è stato un matrimonio d’amore, da parte di entrambi. Io e mio marito ci siamo conosciuti al liceo ed abbiamo proseguito insieme fino alla laurea in medicina, ma dopo abbiamo preso strade differenti, lui nella ricerca, io mi sono specializzata in pediatria.  Caratterialmente diversi, dopo anni di sacrifici la mia ambizione mi ha portato a conseguire eccellenti risultati mentre lui più moderato o forse anche non motivato, si è accontentato di un tranquillo lavoro senza possibilità di ascesa. Negli ultimi tempi il nostro rapporto è cambiato ed ho capito che sentirsi il marito di una persona, non dico famosa, ma sicuramente più in vista ed anche meglio retribuita, gli ha portato nervosismo, insofferenza, strani segni di invidia nei miei riguardi fin quando non ha espresso la decisione di andar via di casa, ammettendo d’essersi innamorato di una collega che sente più a “sua immagine” dato che ormai le “ differenze” fra noi hanno provocato una insanabile rottura.  Questo triste epilogo davvero non me lo aspettavo. Che colpa ne ho io se sono diventata una stimata pediatra e guadagno più di lui? Perché devo essere punita per questo?

Giusy

Cara Giusy,

queste situazioni sono frequenti: se la moglie guadagna più del marito, se fa carriera, specie nella stessa professione ,mentre lui non ci riesce ecco sorgere incomprensioni ed inevitabili rotture. La convivenza diviene difficile quando alcuni tipi di uomini si vedono e si sentono superati dalla propria compagna, sia perché non sopportano che il potere economico sia gestito dalla donna, sia perché umiliati dalla dimostrazione d’essere stati surclassati e quindi “dominati” e conseguentemente considerati “perdenti”. Ovviamente questa reazione è prerogativa di alcuni caratteri ! Forse perché questo “superamento” è inteso come fallimento, come superiorità femminile, vissuto come insicurezza o competizione. E così l’indipendenza e l’uguaglianza da sempre ambita ed ormai raggiunta dalle donne può rivelarsi dannosa e destabilizzante per l’equilibrio familiare ed affettivo. Logicamente dipende sempre da come questo ruolo incide nella coppia e da come il partner vive questa situazione, provando un sentimento di inferiorità o invidia, situazione per fortuna, non comune a tutti gli uomini! Anzi ne conosco molti che sono orgogliosi e gratificati di avere al fianco una donna “importante” che ispiri stima e fiducia anche negli altri. Mia cara Giusy, penso che tutto si basi sui caratteri e sul legame di partenza che vi ha uniti, su come tu abbia portato avanti il tuo ruolo: se lui è fragile, se soffre sentendosi umiliato e mortificato o forse escluso dalla tua vita, pensando che tu dia più importanza alla carriera che a lui, ecco che alla fine l’equilibrio si spezza. Nella coppia non c’è spazio per le sfide, per l’arrivismo, per i conflitti. Nella coppia c’è bisogno di dialogo, tenerezza, reciproco aiuto, condivisione e la donna non deve emulare il vecchio “modello “maschile, tanto condannato, del dominio o del controllo economico, che tanta onnipotenza ha regalato agli uomini di un tempo. Sai, i soldi ed il successo dividono, allontanano e spesso vengono usati solo per compensare e rassicurare, mai per salvare un affetto; il “valore” di un rapporto, come quello di un essere umano, fortunatamente non si dimostra col denaro. Tu sei sicura d’essere stata anche moglie, amante ed amica del tuo uomo? Comunque, sia per te che per tuo marito,l’importante è non avere rimpianti, rimorsi o pentimenti.

Rossella Argo

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