Troppo ottimismo? La colpa (o il merito?) è dei lobi frontali
La rivista Nature Neuroscience ha pubblicato uno studio che asserisce che nelle persone inguaribilmente ottimiste, i lobi frontali del cervello umano, addetti all’elaborazione di dati per immaginare il prossimo futuro, selezionano solo le informazioni positive e tralasciano i dati negativi che potrebbero modificare la visione ottimistica della realtà. “I lobi frontali non tengono traccia di informazioni che potrebbero far riposizionare in peggio le previsioni per il futuro”, spiega Tali Sharot, neuroscienziata dell’University College di Londra. “Un’evidenza notevole del pregiudizio dell’ottimismo”, spiega Sharot, “è la crisi economica iniziata nel 2008, gli analisti finanziari hanno avuto aspettative troppo ottimiste e i bias (pregiudizi, inclinazioni ndG) di ciascuno di loro, messi insieme, hanno creato un grande ottimismo su una situazione finanziaria che era invece palesemente negativa”.
In un esperimento condotto su dei volontari, Sharot ha domandato quanto fosse probabile, secondo loro, che potesse accadere loro un incidente, come può essere ad esempio una rapina o un infortunio, nel prossimo futuro. Ricevute le loro prime risposte, è stata rivelato loro il tasso di probabilità reale di ognuna delle sciagure prospettate, ed è stato chiesto di dare una nuova stima del loro rischio di andarvi incontro. in quest’ultima, i volontari hanno tenuto conto dei dati offerti solo quando questi erano migliori della propria aspettativa iniziale.
In ogni caso, niente “paura”: non è certamente un vero e proprio problema! “L’ottimismo quasi sempre fa bene”, spiega Sharot. “Ormai abbiamo una montagna di prove che l’ottimismo ci aiuta a vivere meglio e fa bene alla salute”.
Germana de Angelis