Tu dormivi
Tu dormivi.
Spianato il letto sulla maldicenza dormivi.
E cessato ogni palpito eri placido,
bello, ventiduenne,
come aveva predetto il tuo tetrattico
Tu dormivi stringendo al cuscino la guancia,
dormivi a piene gambe, a pieni mallèoli,
inserendoti ancora una volta di colpo
nella schiera delle leggende giovani.
Tu ti inseristi in esse con più forza,
perché le avevi raggiunte con un balzo.
Il tuo sparo fu simile ad un Etna
in un pianoro di codardi e di codarde.
[“Morte d’un poeta” , Boris Pasternak]
Un sogno lungo tutta una vita, come un grido che riecheggierà a lungo nel tempo. La potenza che scaturisce dal suono di una serie di note, qualcosa di infinitamente insostenibile dalla pesantezza del nostro essere. Nel mondo che ci siamo costruiti, ci siamo riempiti di eroi, idoli,miti, che ci hanno lasciato troppo presto. È il mondo della musica, qualcosa capace di smuoverti le viscere dal profondo. Come una sensazione di vuoto circonda questa nostra generazione, che non sa più dove volgere lo sguardo alla ricerca di un mito immortale che non tornerà più.
Il mondo della musica è cosparso di lutti, di stragi; morte e note vanno a braccetto da sempre. Queste parole sono per ricordare la morte di uno dei tanti mostri sacri del mondo della musica, Kurt Cobain, suicidatosi con un colpo di pistole ben sedici anni fa, alla giovane età di ventisette anni. Un colpo che ancora oggi riecheggia nel vuoto lasciato dalla sua scomparsa. Ventisette anni. Come la triade delle “J”, Janis,Jimi e Jim, Kurt si è inserito in mezzo a questo gruppo di eletti. C’è chi parla di complotti, di casualità, di disegni del destino forse incomprensibili. Come Jaco Pastorius, morto massacrato da un buttafuori la notte del 21 settembre 1987, privando il mondo della musica del più grande bassista che abbia mai calpestato questa terra. O come Ian Curtis, leader dei Joy Division, vittima del suo stesso destino. Vite bruciate, microfoni spenti troppo presto, che non verranno più riaccesi. Come diceva Jim, cosa accade quando finisce la musica? Dove finiscono tutte le parole?
Quando la musica finisce, l’unica cosa da fare, è spegnere le luci.
Simone De Michele