Un Grande Maestro della Pizza per una serata eccezionale.
Gustare la Vera Pizza Napoletana non è cosa facile, anche se le pizzerie nel mondo sono tante ed in costante aumento anche a Napoli, ma ci sono maestri pizzaioli come Enzo Coccia che della Pizza ne fanno una propria grande passione ed oltre ad elaborarla da veri artisti del gusto ne trasmettono attraverso la loro dedizione agli insegnamenti ai giovani la storia, la cultura e le loro capacità acquisiti dagli avi, per poter tramandare ad altri una professione come è necessario definire questo mestiere in questi casi. Coccia ha accettato, appena fattagli, la proposta della giornalista Laura Gambacorta, anch’essa attenta divulgatrice dei prodotti enogastronomici di eccellenza che l’Italia possiede, di volere realizzare nella sua pizzeria “La Notizia” sita al numero 53/59 di via Michelangelo da Caravaggio, una serata con tema “Sette spose per sette fratelli”, consistente nel produrre e presentare sette pizze Margherita che si sono distinte nei gusti e nei sapori differenziandosi l’una dall’altra, lasciando agli esperti una valutazione di preferenza più significativa dell’una rispetto ad un’altra. Solo un grande artista della pizza poteva riuscire a produrre una degustazione di 7 versioni di Margherita, lasciando a termine della degustazione con l’assaporamento dei meravigliosi dischi di pasta per pizza, lavorata dalle sapienti mani di Coccia, e farciti dai suoi criteri d’intelligente abbinamento dei prodotti sopra descritti, un grande imbarazzo nella decisione dei commensali ai quali è stato chiesto quale delle 7 meravigliose pizze era piaciuta di più. La decisione unanime, che ha toccato il quasi 100% dei consensi, è stata che c’era una quasi impossibilità di esprimersi perchè un trancio di pizza tirava l’altro ed erano tutti l’uno buono quanto l’altro anche se con gusti diversi, rispondendo quindi all’intendimento che voleva raggiungere la serata. Coccia ha voluto anche dimostrare, e lo ha affermato pubblicamente presentando le sue pizze ed i prodotti utilizzati per realizzarle, che quando i prodotti impiegati nella lavorazione sono di prim’ordine e si unisce lamano di un maestro per la loro creazione e cottura, i risultati non possono che essere esaltanti. L’incontro tra operatori del settore, giornalisti esperti dell’enogastronomia e produttori di eccellenze del buon bere e buon mangiare, realizzato con gran successo dalla giornalista Laura Gambacorta e servito anche per scoprire prodotti eccellenti che hanno accompagnato le “Sette spose per sette fratelli”. Il Maestro Enzo Coccia, uno dei più noti pizzaioli di fama partenopea che ha trasmesso la sua arte nel mondo ricevendo elogi dalla stampa e dagli amanti della Vera Pizza Napoletana, ha accompagnato i produttori dei prodotti che utilizza nel suo locale e che insieme alla sua arte lo portano ad essere apprezzato ed elogiato da tanti, in una descrizione del pomodoro e della mozzarella.
Il primo a scendere in campo per la presentazione di uno dei prodotti principe della Margherita, è stato Paolo Ruggiero, titolare della soc. coop. agric. “Dani-coop Gustarosso” che nel corso della serata ha delucidato tutti sulla importante scelta di un pomodoro San Marzano autentico, come quello da lui prodotto, per ottenere l’esaltazione del cibo che si vuole elaborare. Come ha affermato Ruggiero: “oltre a riproporre un prodotto che per vicende commerciali era andato quasi perduto, ma che noi conserviamo da quattro generazioni, il nostro obbiettivo, attraverso le fattorie didattiche che abbiamo realizzate, è quello di fare conoscere ai meno giovani, ma principalmente ai giovani e più giovani, il nostro eccellente prodotto San Marzano insuperabile per il gusto e tutte le proprietà salutari che solo i nostri terreni dell’agro Nocerino Sarnese possono donargli”. Altro prodotto principe essenziale per la Margherita portato all’attenzione dei buongustai, è stata la presentazione de “La mozzarella Nobile” fatta interamente con latte nobile dell’Appennino campano. Questo nuovo prelibato prodotto caseario, dal marchio registrato “Anfosc”, è stato descritto dal responsabile della produzione Renato Galleri, che ha fatto notare il valore nutrizionale e la complessità aromatica del latte che dipendono dalla quantità e dal numero di erbe che l’animale mangia. Il Latte Nobile (bovino) occorrente a dar vita a questo formaggio a pasta filata, a consistenza morbida dal gusto fresco e delicato, ottenuto con fermentazione naturale a siero innesto, senza conservanti e additivi, viene definito nobile perchè prodotto da piccoli allevamenti con un disciplinare che impone una razione alimentare con almeno 70% di erba (da 4 a 7 tipi di erbe) e minimo 6 essenze foraggere. Il perfetto abbinamento poi di 3 birre artigianali scelte fra la produzione “Imperiale” della Fabbrica di Birra Tenute Collesi di Apecchio PU, dapprima con la <Ego>, poi con la <Alter> ed in fine con la <Fiat Lux>, ha dato il tocco finale alla scelta di abbinamenti essenziali per gustare le pizze della serata. Ad illustrare agli intervenuti le caratteristiche delle tre originali ed ottime birre, è intervenuto Antonio Esposito, dell’area manager della D&C di Zola Pedrosa BO, che ha suscitato l’interesse dei tanti che gli hanno posto numerose domande.
A concludere la serata non poteva mancare un tono di artigianalità dolciaria partenopea ed Umberto Pignatiello, titolare di un’azienda agricola la “Theobroma cioccolateria” che produce gran parte della frutta occorrente a fare i cioccolatini che produce come la noce di Sorrento cultivar del Parco Nazionale del Vesuvio, le nocciole che per l’alto consumo si è costretti ad acquistare anche da Giffoni la famosa tonda dal marchio IGP Indicazione Geografica Protetta e le albicocche. Pignatiello, ha poi descritto e presentato quello che giungeva sulle tavole de La Notizia fra gli applausi di tutti ed ha detto:”Poniamo in primo luogo l’importanza del cacao che utilizziamo per la realizzazione di una cioccolateria artigianale, i cioccolatini che presentiamo questa sera
sono costituiti da noce di Sorrento prima caramellata e poi coperta di cioccolato al latte, poi ci sono i “Moncatalì”, versione partenopea del Mon Cherì ed ancora uno sfizietto dal 64% di cacao dell Ecuador, ma più che il cacao va considerata l’aromaticità di questi cacao che vengono coltivati singolarmente selezionando delle varietà come in questo caso”.
Una questione di gusti ha fatto proseguire fino al tardi la serata su una discussione sul cibo, come è ovvio possa e debba accadere fra esperti ed appassionati di questo settore, ma i differenti punti di vista vertenti sull’uso dell’aglio o meno, sul pomodoro secco o altro sono certamente servite allo scopo della kermesse che mirava a far crescere le esperienze e l’apprezzamento dei buoni prodotti dando un risultato che non si è semplicemente mangiato o riempito lo stomaco, ma si è veramente apprezzato e valutato tutto per migliorare attraverso un confronto di idee il “Buon Cibo”.
A cura di Cinzia Loffredo