Un ricordo di Vittorio Contrada: il Mondo culturale perde un “Pilastro”
Addio al Maestro, che ha scelto di vivere a Giugliano sin dagli anni Settanta. Sarà ricordato per essere stato mecenate e promotore di diversificate esperimenti culturali
Addio a Vittorio Contrada. Il Maestro è venuto a mancare lo scorso 29 dicembre, lasciando un grande vuoto nel mondo culturale giuglianese e campano. Cittadino, per scelta e per amore di Giugliano, dove aveva preferito vivere a partire dagli anni Settanta, è stato per oltre trent’anni una figura di rilievo nel panorama culturale promuovendo iniziative artistiche e di “comunità”. Commercialista di fama, accreditato pittore è stato anche un valido imprenditore, quale creatore e Presidente di un club artistico, che ha ospitato tappe nazionali di concorsi di poesia, tornei di burraco, mostre d’arte, presentazioni di libri con la partecipazione degli autori e persino una cantina teatrale, in cui hanno mosso i passi tanti accreditati artisti del panorama campano.
Uomo di grande spessore culturale e di rara umanità, prodigo nel tendere sempre la mano e l’attenzione a chi gli proponeva progetti, spesso attuati e non solo nell’ambito della cultura a tutto tondo. Un amore sviscerato per Giugliano e per la fascia costiera in particolare, che riteneva ricca di potenzialità, lo aveva portato a fondare anche un periodico, “Mondomizio”, che aveva l’ambizioso obiettivo di candidarsi ad essere una piazza virtuale in cui far incontrare le esigenze e le idee dei cittadini della fascia costiera.
La passione per l’arte, la pittura con una tecnica tutta personale, lo hanno portato ad imporsi nel panorama nazionale ed internazionale. Molto apprezzata dal pubblico e dalla critica una delle sue ultime personali, che ha avuto come location la “Sala delle Carceri” a Castel dell’Ovo. In “Esserci ed Appartenerci”, la figura femminile, diventa linguaggio universale e si presta a comunicare tutte le metamorfosi esistenziali.
I suoi dipinti sono parte del patrimonio culturale di una città di cui il maestro Contrada era figlio adottivo. Per questo territorio troppo spesso umiliato e ferito si è sempre impegnato ed ha combattuto. Se n’è andato in silenzio, ma la sua arte farà sempre rumore e contribuirà ad inorgoglire la terra che lo ha accolto.
Per volere dei suoi familiari i funerali si sono svolti in forma privata. La sua arte resterà negli occhi e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di gioirne, di apprezzarne il suo ingegno e la sua genialità.
A cura di Angela Fabozzi