Una Decisione da Prendere

Cara Rossella,
da tempo io e mio marito non andiamo d’accordo. Dopo liti continue, malumori e molti tradimenti (suoi) e dopo aver superato la fase del mio isolamento e mutismo, siamo giunti ad una “tranquilla” ma inutile ,pacifica vita, un “falso rossella 1matrimonio”, una famiglia normale agli occhi degli altri, ma che è per me simbolo di fallimento e squallore. Lavoriamo entrambi, il guadagno è limitato e, non avendo la possibilità di sostenere ulteriori spese, per comodità abbiamo scelto questa soluzione coabitativa, che però concede rispetto e libertà ad entrambi. Da qualche tempo lui mi ha confidato, come se fossi un’amica, di avere una relazione stabile con una donna molto giovane ed ha chiesto il divorzio perché intende sposarla. Ne abbiamo parlato con i nostri figli adolescenti, i quali sono sempre stati al corrente di questa situazione di “comodo”, ma che inaspettatamente hanno inveito contro il padre, addossandogli colpe,errori, egoismi, negligenze in modo così irruente che ne sono rimasta spaventata. Non mi aspettavo questa reazione da parte loro, finita con la minaccia “ se divorzi da mamma non vogliamo vederti più”. Non so cosa devo fare.
Laura

Cara Laura,
non posso certo consigliarti cosa dire o fare, dato che è copione di tutti i giorni vedere marito e moglie che si lasciano, ma solo farti riflettere a non avvilirti. Le conseguenze sociali del divorzio non sono andate di pari passo alle conseguenze affettive nel privato Gli adolescenti inquieti di oggi ,oppure le decisioni improvvise di matrimonio o quelle ragionate di non sposarsi affatto dei trentenni derivano proprio dalla crisi della famiglia. Inevitabilmente riflettono le conseguenze di impietose separazioni,dove affetti e figli sono allo sbando e da cui vengono allo scoperto debolezze, rimpianti e rimorsi. La famiglia andata a rotoli ci ha consegnato fratellastri, unioni sempre pronte al cambiamento,strani legami, complicate situazioni. Imponendoci poi una modifica, una condivisione o una sperimentazione di sentimenti e valori che per essere validi dovevano restare immutati e che invece hanno reso quasi tutti scontenti, rendendoci sì emancipati, indipendenti, fintamente dispensati da obblighi e consentendoci libere scelte ma, regalandoci vicino ai nuovi affetti, inguaribili dolori ed odi profondi. Dico questo anche per chi non ha remore di ordine religioso e non considera il matrimonio un sacramento. Il divorzio è stata una “conquista” amministrata male. Non voglio consolarti asserendo che ognuno ha la sua battaglia personale e lotta per costruirsi un auspicabile equilibrato futuro. Ma quando ci si separa con figli già in età adulta, questi giudicano “perdenti” e “falliti” i genitori che divorziano, quindi non in grado di infondere garanzia, non degni di autorevolezza. I figli non vedono in loro un “modello” con cui confrontarsi ed identificarsi, considerandoli non meritevoli di stima e rispetto perché inattendibili nei sentimenti. “Cosa puoi insegnarmi tu che sei un fallito?” Questa frase l’ho sentita giorni fa, detta ad un padre. Anche prima della legge sul divorzio le unioni fallivano ed i figli accusavano i genitori, sia per gli errori fatti che per l’ipocrita scelta di rimanere insieme per salvarsi dal giudizio altrui, pur consapevoli che sarebbero vissuti nel dolore e nella disperazione.
Malgrado i sacrifici, le esperienze non sempre positive, gli affanni, le rinunce,i disagi, i genitori vengono condannati per quel solo errore che li rende soccombenti ed annientati ed i figli diventano così giudici implacabili o, ancor peggio, giustizieri. Essere figli è difficile e complicato come essere genitori. Cara Laura è sempre stato e sarà sempre così:siamo nel 2015 ma in tema di sentimenti non è cambiato nulla.

Rossella Argo

Vuoi vedere le tue lettere pubblicate su “DonnaFashionNews”?

Scrivi a RossellaArgo@mail.com =