Una nuova idea di “Peccato”

Caino e AbeleIl 28 Aprile esce nelle librerie Italiane, edito da Feltrinelli, “Caino”: il nuovo libro di Jose Saramago.
Ancora una volta il premio Nobel portoghese ci trascina ad un confronto e ad un analisi di un personaggio simbolo della religione cattolica, dal suo lato più umano e vicino a noi, con un lavoro che ha tutte le premesse per diventare un classico.
Se, infatti, nel “Vangelo secondo Gesù Cristo” l’analisi era improntata sull’ umanità del messia e sulla sua difficoltà ed inadeguatezza a inserirsi nel piano del creatore, in “Caino” il protagonista sarà proprio il fratricida figlio di Adamo ed Eva, e sul suo peregrinare (come castigo per il delitto di cui s’è macchiato).
Attraverso i suoi occhi assisteremo al sacrificio di Isacco, alla costruzione della Torre di Babele, alla distruzione di Sodoma. E sarà lui a dialogare con Mosé in attesa sul monte Sinai e a vedere l’ identità israelita nascere e prendere forma, fino a un ultimo duro confronto con Dio. Se nel Vangelo secondo Gesù Cristo José Saramago ci ha regalato la sua visione del Nuovo Testamento, con Caino ci accompagnerà nell’Antico per descriverci il profilo di un Caino, si responsabile di un atroce delitto e rassegnato al suo castigo, ma che allo stesso tempo vede un Dio allo stesso modo colpevole e complice del peccato (siamo infatti tutti vincolati nel disegno del Creatore).
saramago_no_suplemento_clarin500“Il Vangelo secondo Gesù Cristo” è stato bersaglio di diverse critiche da parte del clero per lo stile duro e diretto con cui l’autore descrive figure, eventi e personaggi.
D’altro canto Jose Saramago (dichiaratamente ateo) si fa forte del suo diritto di esprimere un opinione sulla religione e sulle scritture, e lo fa nella maniera in cui gli riesce meglio.
Dopo essere stati testimoni di un umanissimo Gesù in rapporto con le figure divine (Dio e il Demonio) e con l’umanità intera (che tenterà invano di salvare non dal peccato originale bensì dalla durezza del giudizio divino), prepariamoci ora a seguire il cammino del peccatore per antonomasia che rivendica, l’umanissimo, diritto di peccare.

a cura di Andrea Sangiovanni