Un’autobomba spaventa New York: torna l’incubo terrorismo
Un uomo bianco, sui quarant’anni. È questa la pista seguita dalla polizia di New York, che una settimana fa ha sventato un attentato a Times Square, disinnescando un’auto parcheggiata e contenente tre bombole di propano, tipo quelle usate per il grill, due galloni di gasolio, fuochi d’artificio, un paio di fili e due sveglie gialle usate come timer. In una custodia per armi sono stati rinvenuti anche otto sacchetti con della polvere sospetta. La tecnica sembra uguale a quella usata (e fallita) a Londra due anni fa.
L’uomo ora ricercato sarebbe scappato via sfilandosi una camicia nera e restando con una t-shirt rossa addosso, proprio come descritto da un turista che ha assistito alla scena, riprendendola con la sua videocamera ed aggiungendo quindi un altro filmato ai già 30 in possesso della polizia, provenienti dalle telecamere di sicurezza disseminate nella zona.
Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti: sono le 6.28 di sabato sera quando una telecamera riprende un Nissan Pathfinder imboccare la 45esima strada in direzione dell’Ottava Avenue. Il Suv scuro viene parcheggiato all’incrocio con la Settima Avenue con le quattro frecce e il motore accesi. Un turista vede un uomo allontanarsi mentre un venditore ambulante di magliette scorge del fumo uscire dall’auto parcheggiata davanti ai teatri che si riempiono di spettatori. L’ambulante chiama il poliziotto a cavallo Wayne Rhatigan: ha 47 anni e da 19 fa lo sceriffo a New York. Wayne sente un odore strano, chiama un paio di colleghi e comincia a far evacuare la gente. Sono le 6.34 ma quando arriva il robottino degli artificieri il meccanismo ha già fallito, l’esplosione non c’è.
È il secondo allarme in pochi mesi a Times Square. A dicembre la polizia ha chiuso la piazza per due ore per indagare su un furgone sospetto: in quel caso però nel veicolo erano stati trovati solo abiti.
Il presidente Obama ha elogiato il “rapido intervento e l’eccellente lavoro” della polizia di New York, assicurando il massimo sostegno dal governo federale. Il sindaco Michael Bloomberg ha dichiarato che la neutralizzazione dell’ordigno ha evitato un “evento molto cruento”.
Il “Telegraph online” scrive che la polizia di New York sta valutando la possibilità che l’attentato fosse diretto contro la società Viacom che produce il cartone animato “South Park”, reo di aver rappresentato Maometto travestito da orsachiotto in una puntata dell’irriverente cartone animato.
Nel pomeriggio di domenica è poi giunta la notizia di un dispositivo sospetto rinvenuto nei pressi dell’arrivo della maratona di Pittsbourg, nello stato della Pennsylvania. Il presunto ordigno era stato realizzato all’interno di un piccolo forno a microonde abbandonato a pochi metri dal percorso della gara e la decisione di fare brillare il pacco è stata presa eslusivamente a scopo cautelativo. Subito dopo, la corsa è proseguita nella norma.
A quasi 9 anni di distanza dal tristemente celebre 11 settembre, torna a farsi vivo prepotentemente l’incubo terrorismo negli Stati Uniti ed è evidente che non bisogna abbassare mai la guardia, neanche per un attimo. E qui la domanda sorge spontanea: Dopo quasi un decennio e la terribile esperienza vissuta dall’intero pianeta, siamo davvero certi di essere tutti al sicuro?
A cura di Mario Sabljakovic