Unguja: l’isola delle Spezie
L’arcipelago di Zanzibar è tra le mete africane più note e seducenti e comprende le isole di Unguja e Pemba, oltre a diverse isole più piccole e atolli corallini.
Il suo nome evoca immagini di un paradiso esotico ricolmo di palme da cocco, barriere coralline multicolori e, naturalmente, chilometri e chilometri di sabbie bianchissime lambite da calde acque cristalline.
Tutto ciò e molto altro è la celeberrima Unguja che, al giorno d’oggi, è conosciuta sotto il nome di Zanzibar.
Una viaggio a Zanzibar è uno dei modi più piacevoli di entrare in contatto con l’Africa nera, dove il calore e la disponibilità della gente riempie di lunghissime chiacchierate, le infinite giornate in spiaggia.
Uno dei punti più interessanti di tutta l’isola è sicuramente il Nord, la costa che va da Kendwa a Nungwi, il quale è uno dei tratti più belli in quanto il litorale non risente eccessivamente delle forti maree che interessano la costa dell’East Africa.
Punto di interesse per chi è affascinato dal mondo sottomarino è sicuramente l’atollo di Mnemba, luogo dai fondali incontaminati dove è possibile osservare in libertà qualsiasi tipo di pesce. Purtroppo però, c’è da dire che l’atollo è proprietà privata di un ricco magnate (qualcuno parla di un russo facoltoso oppure lo stesso Bill Gates) per cui la visita alla barriera nonché l’approdo alla sua spiaggia sono vietati se non dietro pagamento di piccole tangenti agli askari locali.
Lungo il tragitto che porta dalla spiaggia di Muyuny, ancora deserta, è molto probabile avere degli incontri molto ravvicinati con grossi branchi di delfini i quali non esiteranno a giocare tra di loro o con le barche che si trovano sulla loro traiettoria.
A un’ora di auto da Nungwi vi è “la città della pietra”, la quale è patrimonio dell’UNESCO, centro unico dove la cultura Swahili, araba e indiana convivono pacificamente in architetture splendide, che rendono Stone Town unica nel suo genere.
Dal porto di Forodhani, dove la sera si organizzano sagre dove vengono servite ogni sorta di pietanze, si salpa alla volta dell’isola di Changuu, tempio delle famigerate tartarughe giganti, discendenti da quelle delle Seychelles, con le quali è possibile giocare dando loro da mangiare.
Ritornando sulla terra ferma è d’obbligo una fermata alle piantagioni di spezie presenti nell’interno dove è possibile vedere tutte le piante di famosissime spezie alcune delle quali, inconsapevolmente le usiamo anche noi, ma sotto altre forme. Altra meta che merita sicuramente una capatina è la Jozani Forest dove al suo interno vi è una grande popolazione di scimmie Red Colobus, tipiche di quest’siole, le quali, non essendo abituate ad avere a che fare con gli esseri umani fuggono via, ma se si è tranquilli e si sa aspettare si possono osservare delle scene davvero molto idilliache come quelle di una madre che pulisce accuratamente e nella maniera più dolce possibile il proprio cucciolo. L’altra parte della visita allo Jozani Park la si effettua nella foresta delle mangrovie, le quali essendo comunque a tre chilometri dal mare, riescono a crescere grazie alle acque salmastre che giungono fin qui. L’atmosfera nella foresta di mangrovie è quella che si può respirare su di un altro pianeta dove la tranquillità ed il silenzio regnano sovrani.
Il nostro viaggio nell’isola delle spezie non può certo terminare se non si ammira, almeno una volta il tramonto.
Uno dei punti migliori da dove lo si può osservare è sicuramente la costa nord-ovest dalla quale si ha la sensazione che il grande astro si tuffi completamente nel blu dell’Oceano Indiano diffondendo uno stupendo bagliore rosso che va a tingere tutto il cielo e solo in quel momento viene da pensare ciò per primo Livingstone disse:” questo è il posto più bello che io abbia mai visto in tutta l’Africa… un luogo dell’illusione dove nulla è come sembra”.
A cura di Luigi Del Gaudio