Pozzuoli, le occasioni mancate
Un indignato Angelo Rizzoli lasciò la cittadina di Pozzuoli per non rimetterci più piede. Era il 1950 e ancora una volta la città di Pozzuoli, protagonista della sua millenaria identità, perdeva un’occasione storica di ritornare grande tra le grandi, ma non ci fù verso. Quel “feudo rosso” della politica aveva detto di no! Angelo Rizzoli, programmi alla mano, voleva fare di Pozzuoli una mèta del turismo internazionale, ridare lustro alla “parva Roma” di Seneca, alla Montecarlo dell’antichità di “digiacomiana memoria”, ma una classe politica obsoleta, arrogante e ancorata culturalmente al concetto di speculazione, bloccò idee e progetti, scaraventando nell’oblio quei sogni di gloria. L’attempato “cumenda”, avrebbe rivoltato la graziosa cittadina puteolana per intero, assumendo maestranze del comprensorio flegreo, creando infrastrutture, costruendo alberghi, ripavimentando strade, migliorando edifici e quant’altro. Un rilancio a tutto campo sul piano dell’immagine e dell’economia, della fruibilità dei servizi per i cittadini e per un turismo di spessore internazionale. Una marcata linea di confine separava la “voce del padrone”, come fu detto allora, che voleva investire centinaia di milioni dell’epoca, da quella del dissenso politico, che ostinatamente circondato e chiuso da retaggi culturali e politici da “guerra fredda”, licenziò a monte quella politica di investimento. Angelo Rizzoli non si diede per vinto, spostando la sua attenzione verso l’isola d’Ischia. Puntò subito su Casamicciola Terme, ma anche in questo caso gli amministratori locali spazientirono l’energico “cumenda” che si innamorò della piccola baia di Lacco Ameno. Il mondo stava per conoscere l’isola d’Ischia, il mito stava per decollare. In quegli anni il bel mondo “dorato”, affollava l’esclusiva isola di Capri, mentre l’isola d’Ischia era difficile da raggiungere per la mancanza di attracchi, tranne per l’unico presente in Ischia-porto. A questo pensò Angelo Rizzoli, costruendo il porticciolo di Lacco Ameno, ancorando il suo “Serena”, un vecchio dragamine della marina americana, trasformato in vaporetto. Attraverso la sua industria editoriale, fece conoscere la sua isola, che diventerà oggetto di una grande campagna pubblicitaria attraverso i suoi giornali, che conieranno slogan, come “Ischia, isola dell’eterna giovinezza”, fino ad allora sconosciuta alla gran parte delle persone. Costruì l’ospedale civile a cui diede il nome della moglie Anna, ripulì e ripavimentò le strade ancora invase dalle macerie del terremoto del 1883, realizzò un grand-hotel come il “Regina Isabella”, risistemò un complesso termale, ammodernò la piazzetta di Lacco Ameno. Attraverso la sua industria cinematografica ospitò le stelle del cinema internazionale quali Alfred Hitchock, Liz Taylor, Richard Burton, Gina Lollobrigida. Ad Ischia grazie ad Angelo Rizzoli, arrivarono proprio tutti. A lui si deve la prima vera promozione turistica dell’isola, un tour-operator ante-litteram. Intanto Pozzuoli stava a guardare, i micro-notabili che avevano contribuito insieme a quella classe politica al fallimento di quella iniziativa imprenditoriale, iniziavano a mordersi le mani. Ci riprova un quarantennio dopo, a metà degli anni ’90, l’avvocato più illustre d’Italia, Gianni Agnelli, forte di un prestigio imprenditoriale internazionale, anticipando in più interviste che erano in programma progetti per trasformare Pozzuoli in una mèta turistica, a cui i giornali daranno voce di una nuova “Portofino”. Anche in questo caso naufragarono idee e progetti, l’oblio imperò ancora una volta, la storia con i suoi corsi e ricorsi si riproponeva prepotentemente. Una classe politica distaccata in cui prevaleva un analfabetismo dei sentimenti verso la propria città e la certezza di non poter più avanzare richieste di carattere economico verso interlocutori della politica nazionale, una volta che “l’avvocato” avrebbe sistemato tutti i servizi e le infrastrutture. Oggi Pozzuoli con il recupero del suo “castrum”, la parte antica della città (Rione Terra), dopo una laboriosa campagna di scavo, ha attirato l’attenzione del mondo culturale nazionale e internazionale, con il rinvenimento dei tesori archeologici dell’antica Roma e le tracce della persecuzione dei Cristiani, mentre la città vive freneticamente le contraddizioni del suo tempo. Quell’ora segnata dal destino non ritornerà mai più e con essa i suoi sogni di gloria
A cura di Salvatore Cutolo.