Vedere un ambiente che non esiste ancora
“La più grande soddisfazione per un architetto, o per un progettista in generale, è vedere che un proprio progetto realizzato è esattamente così come lo si è immaginato in fase di progetto.” Veder cadere la luce sulle pareti nel modo in cui si immaginava, quando quel tramezzo era solo un insieme di mattoni con cavi elettrici a vista, e tubi coperti da collanti cementizi. Riscontrare che quella parete scura in fondo al soggiorno, tra le due pareti laterali chiare, dona davvero un effetto più accogliente all’angolo salotto. Vedere che quella vernice bordò, che nel campionario dei colori sembrava azzardata per la living del proprio appartamento, rende effettivamente più caldo l’ambiente. Una volta era facile fallire in questa impresa, bisognava essere degli abili disegnatori, bisognava avere una conoscenza scientifica delle regole della prospettiva, per disegnare un angolo della propria casa guardato da un preciso punto d’osservazione, e riscontrare effettivamente quale fosse l’effetto volumetrico e cromatico ottenuto da quel tramezzo aggiunto, o conoscere perfettamente la teoria delle ombre per capire la luce come sarebbe entrata nello spazio progettato. Spesso si finiva per accontentarsi della fredda piantina disegnata dal geometra dell’impresa di costruzioni per immaginare come sarebbe potuto essere stato percepibile il volume del nostro appartamento dall’interno. Oppure si andava da un architetto, che disegnava delle accattivanti vedute della nostra casa, magari colorate con acquerelli e pastelli, che ci avrebbero entusiasmato a spendere un capitale per realizzare il nostro appartamento, così come suggerito da quei disegni, e poi però si riscontrava che quella parete rossa, toglieva luce al nostro ingresso, e i colori ed i volumi nei quali ci si ritrova una volta realizzato il progetto, nella realtà tra di loro non si confrontano nello stesso modo in cui si confrontavano i colori degli acquerelli sulla carta.
Le tecnologie digitali ci vengono di grande soccorso per questo tipo di problema. Esistono vari tipi di software in grado di ricostruire tridimensionalmente un ambiente, e darci una restituzione fotografica di come quest’ambiente possa essere una volta realizzato. Alcuni sono professionali, destinati ad architetti e designer, in grado di calcolare addirittura la posizione e l’intensità del sole nelle determinate ore della giornata, in una specifica collocazione geografica, per farci prevedere come la luce possa entrare all’interno del nostro appartamento. Altri sono più semplici da usare, escono in allegato, gratuitamente, con i cataloghi dei prodotti di arredo oppure con i campionari delle vernici. Si può fotografare un angolo della nostra casa, ancora in cantiere, con le pareti da imbiancare, e colorarle al computer, studiare quindi con calma, le varie combinazioni cromatiche, l’abbinamento più opportuno al nostro arredo, l’effetto luminoso della nostra scelta.
Molte aziende mettono invece a disposizione, online, i modelli 3d dei propri mobili, per inserirli digitalmente nel nostro progetto, scegliere il colore, la disposizione, il modello delle giuste dimensioni per il nostro spazio. E’ sempre meglio ovviamente affidarsi ad un professionista per certe scelte, ma è opportuno sapere anche quello che si può pretendere oggi da un architetto,
sapere che un interior designer , se è al passo con i tempi, può consegnarci una vera e propria fotografia di un ambiente che non esiste ancora, e farci capire, prima che sia troppo tardi, se il progetto offertoci è valido, si addice alle nostre esigenze, oppure ci conviene rivolgerci ad un altro professionista.
a cura di Mario Criscitiello
Studio Baccanico&D’Anna architetti
www.baccanicoedanna.it.