VERITA’ E LIBERTÀ = PROFESSIONE GIORNALISTA
Il convegno a Pagani al Circolo Unione del Movimento Unitario Giornalisti della Campania sul ruolo dell’Informazione per una Stampa Libera e Indipendente ha, seppure in una giornata fredda e di sabato, incontrato l’interesse di numerosi addetti ai lavori e non solo. ha visto gli interventi tra gli altri, del dott. Lorenzo del Boca, Presidente emerito Ordine Nazionale Giornalisti, del dott. Ezio Ercole, componente Comitato Amministratore INPG 2, Vicepresidente O.D.G. Piemonte, del dott. Mimmo Falco, componente Giunta Esecutiva F.N.S.I., Vicepresidente O.D.G. Campania, del dott. Carlo Parisi, Vicesegretario Nazionale Federazione Nazionale Stampa Italiana.
Il convegno, tappa di un giro per l’Italia, con l’intento di aggregare “uomini e donne di buona volonta’” iscritti all’Albo dei Giornalisti, parafrasando il dott. Ezio Ercole, e sensibilizzarli sui temi fondamentali che riguardano la professione, ha fissato l’attenzione sulle Istituzioni che rappresentano, organi di controllo deontologico, anche e soprattutto, per i cittadini che usufruiscono del servizio di informazione.
L’Ordine dei Giornalisti e’ una realtà esclusivamente italiana e questo, per interessi avversi alla categoria, viene fatto passare per una mancanza di adeguamento ad un’espressione di modernita’ o di apertura ad una visione europea, piuttosto che, come abbiamo avuto modo di dire, un fondamentale organo di garanzia e, per gli addetti ai lavori e, per i fruitori del servizio giornalistico.
La legge riguardante l’Ordine compie 50 anni, una lunga storia. Nacque nel 1925 in pieno regime, fu sostituito dal sindacato corporativo fascista, si ricuperò nel 1945 fino al 1963, con un regolamento esecutivo nel 1965. Nel ventennio tra il 1945 e il 1965 vide affacciarsi due scuole di pensiero, quella di Luigi Einaudi che, non prevedeva alcuna regolamentazione per la professione, non per svilirne il valore ma, per elevarlo a quello puro dei Poeti, i quali non possono essere compressi in un albo professionale, non facendo probabilmente i conti con la realtà diversa in cui si articolavano il lavoro del giornalista e l’opera del poeta.
Altra corrente di pensiero, era quella di un altro uomo delle istituzioni, Gonella, tra l’altro assunta, che sosteneva, che l’articolo 21, consentiva a tutti di potersi esprimere ma, che non tutti quelli che si esprimevano, potevano essere considerati giornalisti.
Altro interessante e appassionato intervento al convegno, quello che porta la firma di Lorenzo del Boca, il più meridionalista dei settentrionali, per animo, per temperamento e per un certo vissuto che lo ancora alla Campania.
Laureatosi in Storia e Filosofia si è’ soffermato sulla storia del Risorgimento rilevando nelle sue ricerche, le false indicazioni della Storia e, passando a fare il giornalista ha lavorato, tenendo presente la fondamentale importanza della Verità dei fatti, e quanto questo sia rilevante, anche nel dualismo tra il diffamato Sud rispetto al Nord, al fine di ristabilire una effettiva unità e fratellanza nazionale.
Con ogni probabilità per la sua voglia di descrivere i fatti sotto una lente giusta, ha scritto il magnifico libro: Maledetti Savoia.
Lorenzo del Boca si sofferma sull’importanza di creare le condizioni per una stampa indipendente, autonoma, libera che passa attraverso: la consapevolezza del sapere ciò di cui si parla, scriverlo correttamente e precisamente bandendo il nocivo pressappochismo e, la libertà’ del bisogno, ovvero l’equo riconoscimento economico, per il lavoro svolto .
Termina il suo intervento con una frase di sintesi concettuale: l’informazione e’ il sale della democrazia ed è’ quindi una cosa seria.
E’ stato poi il momento, non meno interessante, del dott. Mimmo Falco che lasciando la sua veste di moderatore, e’ intervenuto sull’importante nodo che vede l’assenza in Campania e in Calabria di una legge a favore dell’editoria locale (giornali, TV, radio).
Le Regioni istituite nel 1970, non hanno ancora, nei territori della Campania e della Calabria, formulato alcuna legge sull’ editoria, a differenza del resto d’Italia.
Per le evidenti e giuste sollecitazioni provenienti dal settore, il dott. Falco fa notare, come la Regione Campania abbia risposto alle istanze del settore stabilendo un fondo “irrisorio” per l’editoria locale di 100.000 euro, insultando moralmente la categoria, presumendo di poter tacitare o rinviare un intervento atteso da trent’anni, da qui’ la necessità’ di organizzarsi per essere interlocutori delle Istituzioni assenti o mortificanti le categorie.
Altro accento importante e’ stato messo dal dott. Falco sull’importanza di avere nel Mezzogiorno, editori che conoscono e vivono la realtà’ del territorio al fine d’inquadrare nella maniera più profonda e contestualizzata, la realtà’, quindi la cronaca.
In pratica una testata meridionale avrebbe bisogno di un editore meridionale e non calato dal nord.
Ha poi chiuso il suo intervento, sull’importanza di avere dimensione culturale e dimensione della responsabilita’ del proprio ruolo, ricordando, l’ultimo episodio di cronaca napoletana, in cui un, non giornalista, vestendo panni professionali impropriamente, ha riportato la notizia del dipendente del Catasto di Napoli che ha ricevuto 20 euro per anticipare la consegna di un documento.
Il fatto che ha portato al licenziamento dell’impiegato, con a carico un figlio disabile, ripetiamo per soli 20 euro (se li rapportiamo alle ruberie di cui sentiamo, nulla), e’ passato per l’enfasi di una trasmissione che non ha misurato, ladimensione dell’umiliazione di un uomo di cui si conosce il piccolo gesto, assolutamente riprovevole ma, non al punto da subire come pena oltre il licenziamento, la gogna mediatica.
L’uso incauto, smodato dell’informazione, e’ quello che fa’ la differenza tra un non giornalista e un professionista dell’informazione.
Termina l’intervento, con una risposta di vicinanza e di offerta di assistenza legale gratuita, da parte del sindacato FNSI che ha creato un apposito ufficio, per tutti i colleghi della questione Angri 80 denunziati per diffamazione.
Il dott. Carlo Parisi si sofferma sull’importanza del lavoro dei giornalisti pubblicisti che forniscono l’80 per cento del lavoro che viene a costituire l’informazione. Lavoro bistrattato se non addirittura ignorato e per questo, spesso, ostaggio o merce di scambio, per una paga.
E’ stato riportato un parallelo che, riflette l’importanza dell’informazione: il medico che opera, ha in mano una vita, il giornalista ha nelle mani, una parte della società. Sembra una esasperazione concettuale eppure paradossalmente riflette la verità ed la verità che attraverso strumenti culturali personali, e un giusto riconoscimento economico, che deve passare ad opera dell’operatore dell’informazione.
L’attenzione si è’ poi accentrata sulla pubblicità istituzionale che incide per il 90 per cento sui giornali, alterando l’angolo di lettura dell’informazione, causa una sospensione da parte dell’Ente sulla commissione della pubblicità stessa.
Da qui’ l’importanza che tutti gli Istituti : l’Ordine, il Sindacato e ogni altro, agiscano in maniera congiunta, per difendere i diritti e le ragioni di una nobile arte di una difficile professione.
a cura di Brunella Postiglione