Viaggio a Zanzibar: I sapori di un’isola africana
Se si pensa all’Africa cosa, di sicuro, viene in mente? Il continente dei safari, i masai, il Kilimangiaro o “hakuna matata”. Ma a pochi verrebbe in mente che l’Africa oltre che terra selvaggia, può anche essere un valido punto di ritrovo per icosiddetti “Gastronauti” provenienti da tutto il mondo.
In particolare c’è un’isola di fronte la celeberrima Swahili Coast, chiamata Unguja dalla popolazione locale, ma che noi occidentali conosciamo sotto il nome di Zanzibar, dove la cucina la fa da padrona.
La perla dell’Oceano Indiano, oltre ad essere tra le prime importatrici al mondo di chiodi di garofano e di altre numerose spezie di cui trabocca, è anche una “destination” molto gettonata per la sua cucina, così come il Kenya o la vicina Tanzania.
Trovandosi al di sotto dell’Equatore ed avendo, per questo, un clima tropicale, il periodo migliore per visitare l’isola è quello che va da Ottobre a metà Gennaio, anche se la stagione turistica ufficiale va dalla fine di Luglio alla fine di Marzo.
Cose importanti da sapere per organizzare un viaggio all’insegna della buona tavola è quello di evitare il periodo di Agosto; innanzitutto per le frequenti piogge, che possono durare anche tutta una giornata specialmente nel nord dell’isola, nella parte che va da Kendwa a Ras Nungwi e dunque non sarebbe possibile cenare o pranzare all’aperto visto che l’80% dei ristoranti sono situati direttamente sulla spiaggia o comunque con delle terrazze che danno direttamente sul mare.
Altro valido motivo è la questione religiosa. Nel mese di Agosto i zanzibarini, che per il 90% sono musulmani fanno il Ramadan, il cosiddetto periodo di digiuno, durante il quale è permesso mangiare solo dopo il tramonto e per questo motivo tutte le attività di approvvigionamento di derrate alimentari, come il pesce o l’agricoltura diminuiscono di molto rispetto a tutto il periodo dell’anno. Il motivo è molto semplice, specie per quanto riguarda la pesca (prima attività economica dell’isola); poiché durante questo periodo non si può nè mangiare né bere, il fatto di pescare potrebbe, per sbaglio, far ingerire dell’acqua, facendo così interrompere il periodo di preghiera, quindi risulta difficile trovare tutte le tipologie di pesce di cui il mare intorno all’isola è colmo.
Il fattore religioso, incide anche sul lato economico dell’industria alimentare, infatti i prezzi dei pochi alimenti che si trovano di giorno sale alle stelle, mentre si abbassa di molto durante la notte, quando invece, i banchi del mercato traboccano di cibo e soprattutto di frutta.
Ma veniamo al punto che più interessa: vale a dire la buona cucina africana.
Una delle specialità che va per la maggiore per i turisti di tutto il mondo è senza dubbio l’aragosta, che può essere assaporata per poco più di 24.000 THS (Scellini Tanzani), vale a dire circa 12,00 €. Uno dei posti migliori dove mangiare questa prelibatezza, anche in porzioni molto abbondanti, è di sicuro il “Baraka Beach Restaurant” di Nungwi, il quale possiede al massimo una decina di tavoli direttamente sulla spiaggia, dove è possibile scegliere personalmente il pesce che si vorrà mangiare. Ma tocca stare attenti, come in tutta l’Africa, anche qui se non si è esperti o comunque non si bada a ciò che viene preso è possibile che rifilino qualcosa che non sia propriamente gradevole, perciò se qualcosa non vi piace l’importante è dirlo al cuoco, il quale avrà sicuramente qualcosa di sublime messo da parte, come dell’ottimo pesce spada che viene servito arrostito e speziato, oppure un gigantesco Red Snapper (Dentice oceanico).
Altre specialità Swahili, sono sicuramente le ostriche, che, stranamente, la popolazione locale non gradisce molto, per cui, se si è fortunati, è possibile pescarle e gustarle da soli con un po’ di lime.
Per ciò che concerne la frutta, di cui l’isola è piena dato che molta della quale cresce in maniera libera e senza controllo su tutta la superficie dell’isola, deve essere degustata secondo varie tipologie e usanze locali, come l’avocado con lo zucchero, oppure le banane rosse fritte.
Per chi, invece, non è propenso ad assaggiare sapori esotici può sempre dirigersi a Sud, verso la capitale, la Città della Pietra, la famosa Stone Town dove, nei pressi del mercato più importante dell’isola, quello di Darajani, è presente un’ottima trattoria chiamata “La Taverna”, che data la forte presenza italiana sull’isola, è divenuto un punto d’incontro per tutti i nostri connazionali, e non solo, presenti lì.
Stone Town è piena di ristoranti, ma per un pomeriggio in compagnia, o solo per gustare dell’ottimo Passion Fruit Juice si consiglia di sicuro l’”African House”, la quale in un’atmosfera di pace e tranquillità, comodamente seduti su di una terrazza che da direttamente sul bellissimo litorale zanzibarino di Stone Town, si godrà di uno dei tramonti più belli del mondo, in cui il sole va ad immergersi in mare lasciando il posto alle notti più oscure, che paradossalmente sono quelle più luminose perché rischiarate dalla luce della Luna africana.
A cura di Luigi Del Gaudio