Viaggio in Tibet: a spasso sul tetto del mondo
Non appena con la mente si pensa al Tibet, subito sovvengono paesaggi che hanno sullo sfondo enormi catene montuose, città arroccate sulle più alte montagne del mondo, file di monaci in meditazione e in preghiera, la spiritualità di un popolo tutto che rifugge la modernità, o l’accetta con moderato entusiasmo, criticando, passando al vaglio tutto ciò che arriva dall’esterno, per poterlo utilizzare al meglio.
Il cuore di questo straordinario Paese è sicuramente Lhasa, meta di numerosi pellegrinaggi. Può essere considerata ancora oggi come la città delle meraviglie. Simbolo della città è il Potala, un’enorme fortezza bianca ed ocra che domina il profilo della città. Un tempo sede del governo tibetano e luogo di sepoltura del Dalai Lama, oggi è una meraviglia architettonica altamente simbolica che giace assopita a ricordare che il Dalai Lama è stato costretto a trasferire altrove il governo. IL cuore spirituale è ora rappresentato dal Tempio di Jokhang. Quest’ultimo, situato a circa due chilometri ad est è la meta più sacra per tutti i pellegrini tibetani buddisti. In esso è conservato l’oggetto più antico e prezioso del Jokhang, una statua a grandezza naturale di Sakyamuni più conosciuto come Budda.
Girando in città, si respira un’atmosfera medievale e la grande folla, gli artisti di strada, le bancarelle che vendono di tutto e i fedeli che battono la fronte contro il terreno ad ogni passo, sono una miscela esotica cui pochi sanno resistere.
Uscendo fuori Lhasa, è d’uopo soffermarsi sulla regione dell’Everest. Per molti turisti, il Campo Base dell’Everest costituisce la destinazione più gettonata del Tibet per quanto riguarda il Trekking. Ciò non significa, però, che la regione sia particolarmente affollata di amanti del trekking. I due punti di accesso sono Shegar e Tingri, lungo la strada statale dell’Amicizia che collega il Tibet al Nepal.
Continuando il nostro viaggio verso Sud, a circa venticinque chilometri dalla Statale dell’Amicizia, è Sakya, un maestoso monastero. In questo luogo sacro, si potranno ammirare le principali reliquie religiose tibetane nelle sue sale. Poco distante è anche Gyantse, una delle città tibetane meno influenzate dalla Cina e dal suo governo: questo è davvero un ottimo motivo per fare un giro in questa città, per mostrare la propria sensibilità verso la tragica situazione politica tibetana. Non è possibile andar via dalla città senza aver visitato Lo Dzong, un forte che sovrasta il villaggio. Luogo da non perdere, però, è il Monastero di Palkhor, con lo stupa caratterizzati da ben diecimila immagini. Infine, meritano attenzione anche i Monti Kailash, una delle catene montuose più belle e suggestive al mondo.
Qualora, non si fosse molto interessati alle mete culturali e religiose, si può ovviare con la visita di uno dei luoghi più belli del paese: il Lago di Nam-tso. Un luogo totalmente immerso nella natura violenta ma anche stupenda del Tibet. Passare qualche ora, da soli, sulle sponde di questo lago, riuscirà a farci venire in contatto con l’io più profondo.
Il potere del Tibet è proprio questo, riuscire a mettere in connessione noi con noi stessi, una cosa che pochi luoghi riescono a fare.
Insonmma, un Viaggio in Tibet è sicuramente un ‘esperienza di contatto con solo con la natura e la cultura millenaria di un popolo antico, ma anche un incontro con con noi stessi che al ritorno non può altro che portare buoni frutti alle nostre relazioni con gli individui.
Il Tibet: un viaggio in noi stessi.
A cura di Luigi Del Gaudio