VOMERO: DIARIO DI VITA QUOTIDIANA

Il Vomero, luogo un tempo favorito per la villeggiatura e per le passeggiate in un mix di natura e grandi estensioni di frutteti, vigneti e alberi di ogni tipo, oggi è una collina fortemente urbanizzata e di quella natura originaria che VOMERO 4distingueva il quartiere dalle zone limitrofe ne è rimasta davvero poca. Dopo 50 anni di irrefrenabile e sfrenata costruzione sono rimasti pochi alberi a costeggiare le strade e poche sono le aree verdi preservate e rimaste illese dal “tocco dell’ uomo”. Il parco della Villa Floridiana, situato proprio nel cuore del quartiere, unico spiraglio di oasi e aria pura ed offerente di un panorama incantevole del golfo di Napoli, ne è l esempio. Sebbene comunque la zona sia considerata sede altolocata dei cosiddetti “Signur’ e copp’ o Vommero”(la gente che vive sulla collina del Vomero) a mio avviso dagli ultimi cinque anni mostra un vero esempio di degrado ambientale: un decadimento abbastanza evidente agli occhi e al sentire di chi ci è nato e ci vive da sempre. Seppur quartiere residenziale di Napoli e rinomato per i molti negozi, piazze e luoghi di svago nasconde da un paio di anni vere e proprie problematiche, ancora irrisolte, tra cui una piccola ma fastidiosa micro-criminalità proveniente da quartieri limitrofi; è una criminalità probabilmente meno forte e significativa agli occhi di persone che vivono una realtà più intensa e disagiata come quella di una Scampia o di Forcella, ma comunque lascia segno.

VOMERO 5 Qualche anno fa un articolo di cronaca enunciava cosi:

Vomero,  avvallamenti,  cedimenti, voragini, scoppi di fogne. La collina paga il prezzo della pesante cementificazione e del caos fognario. Allacciamenti privati,  allacciamenti pirata e condutture comunali antiche e usurate. Intanto, i satelliti hanno segnalato che il Vomero “scende”. Si sarebbe abbassato di sei centimetri. Continuerebbe a scendere”

Il quartiere sta offrendo ritratti di una zona cui non avremmo mai immaginato di appartenere: cantieri aperti, palazzi in perenne ristrutturazione, lavori pubblici, strade dissestate con avvallamenti o molto frequentemente fossi, e buche di ogni tipo. In alcuni incroci vi sono strisce pedonali quasi invisibili e le isole pedonali son diventate “depositi per motorini”, veri e propri garage all’aperto. Difficile pensare che una volta Piazza Vanvitelli fosse il salotto chic del quartiere: oggi è solamente uno spazio abbandonato a se stesso, caratterizzato da un inquinamento acustico che oltrepassa ogni limite di vivibilità, e da scarichi d’auto che penetrano dritti ai polmoni 24h su 24h (ci si meraviglia poi VOMERO4dell’alto tasso tumorale che incombe sui cittadini stessi); palazzoni anonimi e privi di qualsiasi qualità architettonica hanno invaso tutti gli spazi liberi rimasti, cancellando quel poco di Vomero rurale che era sopravvissuto

Ciò  nonostante è un luogo che possiamo ancora sostenere, supportare e mi è di dovere a questo punto annoverare ciò che si sente ancora di positivo nel viverlo.

L’atmosfera che si crea in ogni stagione è indescrivibile: i mille negozi che il quartiere offre,  addobbati di luci per ogni occasione e ricorrenza festiva, danno sentimenti e profumi di ogni genere: c’ è vita, c’ è voglia di esplorare ogni minimo angolo; mi verrebbe da definirlo “il quartiere dei giovani” proprio perché propone tantissimi ristoranti, pub, bar, localini di ritrovo, un grande stadio sportivo, cinema, teatri oltre che numerosissimi negozi. Quei pochi spazi verdi menzionati prima, come la Villa Floridiana – uno dei pochi polmoni rimasti ben protetti – lasciano riflettere a quanto bella fosse l’ intero quartiere tanto tempo fa. E non è l’ unico spazio verde rimasto: in cima alla collina c è la Certosa di San Martino con accanto il relativo museo; e cosa dire del Parco Raffaele Viviani, più rivolto verso la zona di via Girolamo Santa Croce? Stiamo parlando di un parco che, seppur non curato nei minimi dettagli, trasmette qualcosa di indescrivibile e il primo impatto che  personalmente si ha è che  man mano che si estende si vuol sempre scoprire di più.

VOMERO 3Purtroppo però nel quartiere collinare si alternano fasci di luce a zone d’ombra. Ci sarebbero soluzioni da poter proporre, ma c’ è bisogno di collettività. Ci sono tante idee, proposte pure dai comitati civici, come l’idea o il sogno irraggiungibile di un potenziamento delle forze dell’ordine e l’idea di una “città-natura”, un progetto che già stanno sperimentando in altre zone d’Italia: trattasi di una città che in un certo senso assume una forma, una miscela di condizioni d’esistenza; si parla di luoghi a riconversione ecologica, ovvero d’un progetto che combina la ricca complessità millenaria della struttura della città – o quartiere – , con la complessità rigenerativa della natura, con lo scopo di proporre, in termini offerenti, la centralità del verde e del naturale nel progetto urbano moderno.

Le azioni concrete e risolutive ci sono, ma risultano spesso infondate e prive di ogni logica se prima non si educa ad imparare, a leggere il territorio e a saperlo vivere.

Alessia Viviano