WikiLeaks, l’avvertimento di Assange
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks il cui nome ha riempito i giornali dopo lo scandalo internazionale “Cablegate”, lancia un preoccupante avviso, che non sfigurerebbe tra le pagine di “1984”, il celebre libro di George Orwell: “Chi di voi ha un iPhone? Chi ha un Blackberry? Chi usa Gmail? Beh, siete tutti fregati”. “Tutti spiabili e tutti spiati” insomma, per dirla con un’altra sua frase. WikiLeaks, in partnership con il Bureau of Investigative Journalism (BIJ) e Privacy International, un’organizzazione britannica attiva per il rispetto della privacy, affermano che è in atto un’azione di spionaggio globale, attraverso la rete telematica e tecnologica mondiale. Nel corso di una conferenza tenutasi a Londra a proposito dell’inchiesta soprannominata “SpyFiles”, Assange ha accusato le aziende produttrici di smartphone e i siti che forniscono account di posta elettronica di rivendere all’ingrosso le informazioni ottenute da cellulari e computer a società private. Il boss di WikiLeaks ha inoltre affermato che in tutti i paesi, tra cui Usa, Regno Unito e Canada, si starebbero organizzando sistemi di spionaggio dell’informazione; notizie destinate poi ad essere rivendute a chiunque voglia acquistarle, a democrazie come a dittatori a capo di regimi spietati, all’interno dei quali un’informazione può ben fare la differenza tra la vita e la morte. “È fiorita un’industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli stati equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone (…) Non è una minaccia teorica, che può verificarsi in un remoto futuro: sta accadendo oggi, e coinvolge ognuno di noi”, è l’allarmante conclusione dell’attivista australiano, parlando a proposito dei numerosi virus e programmi esistenti in grado di assumere il controllo di cellulari e pc; sembra quasi che a breve si potrà dire “è una conversazione privata” solo riferendosi al vecchio film scritto da Ingmar Bergman.
Germana de Angelis